Gigolò agisce in trasferta, accusato di truffa ed estorsione viene assolto

Tribunale di Perugia

Gigolò agisce in trasferta, adesca moglie matura e scrocca denaro. Sembra essere questo l’identikit di un 60enne coriglianese accusato di truffa e tentata estorsione e da cui ne è uscito assolto. Le posizioni nel caso di specie sono differenti e l’ufficio Gup del tribunale di Perugia (Giudice Angela Avila – Pubblico ministero Mara Pucci) ha ritenuto credibili le tesi sostenute dalla difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Giovanni Scatozza, secondo cui la denunciante era consenziente al pagamento per le prestazioni con cifre che venivano incassate tra post pay e contante. L’assoluzione porta la formula secondo cu il “fatto non sussiste”, e si rimane in attesa delle motivazioni.

Tutto nasce da una denuncia depositata dalla donna, sposata di Perugia,  il cui rapporto coniugale non è dei migliori. Racconta ai poliziotti di essersi creata un account facebook attraverso il quale conosce il presunto gigolò. I due iniziano a chattare su messenger per poi trasferirsi su whatsapp luogo virtuale in cui si dava vita ad episodi di intimità. La donna però riferisce di alcuni aneddoti secondo cui l’uomo avrebbe avanzato richieste di denaro a favore di una associazione onlus per malattie tumorali per una somma complessiva pari a 700euro. A seguire, la presunta vittima, chiede spiegazioni ma lui sparisce nel nulla e blocca gli account facendo perdere le proprie tracce. Dopo una serie di insistenze, con altro numero, la donna riesce a mettersi in contatto con il 60enne il quale avrebbe richiesto ulteriori somme. Al diniego da parte di lei sarebbe partita la minaccia: “Vedrai cosa ti succede”. Nelle ultime ore la vicenda si è chiusa in sede Gup con una pronunzia di assoluzione per l’uomo. Tutto il materiale sequestrato è stato riconsegnato.

 

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