Il dipartimento regionale Agricoltura rende noto che sono circa 120 gli ettari di vigneto a Doc o Igt che verranno impiantati, con un contributo pubblico di 1.800.000 euro. Si tratta del primo e significativo passo in direzione dell’ammodernamento del settore vitivinicolo calabrese, attraverso i finanziamenti comunitari legati all’Ocm (Organizzazione comune di mercato) vino. Si comunica, altresì, che tutte le domande in regola sono state ammesse a finanziamento. Ancor prima dell’ultimazione dei lavori di impianto dei vigneti.
«Un risultato importante – ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio – in quanto i viticoltori non dovranno anticipare l’intero costo per l’impianto. Il settore vitivinicolo sta attraversando un momento favorevole per quanto riguarda la produzione, ma necessita di una profonda ristrutturazione per quanto riguarda gli impianti». Oliverio, infatti, ha sottolineato che i successi e i riconoscimenti ottenuti da molte aziende vitivinicole calabresi dimostrano che i progressi in campo enologico sono stati notevoli, anche se resta ancora molto da fare per quanto riguarda il vigneto. La modernizzazione della viticoltura richiede forme di allevamento e sesti di impianto capaci di esaltare la qualità del prodotto e, allo stesso tempo, per conseguire una riduzione dei costi di produzione. All’inizio dell’anno la Regione aveva adottato il piano operativo per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti, per poter beneficiare degli aiuti previsti dalla nuova Ocm vitivinicola. Aiuti che per la Calabria ammontano a circa 5 milioni di euro. Alla fine dell’intervento, si stima di poter incrementare la produzione di vini a Doc e Igt di oltre 20mila ettolitri. Per poter utilizzare le risorse assegnate già dal primo anno di applicazione della nuova Ocm, la Regione Calabria ha adottato la procedura del pagamento anticipato degli aiuti, dietro presentazione di una garanzia fideiussoria da parte dei viticoltori.
«È stato possibile raggiungere questo traguardo – ha concluso Oliverio – grazie all’impegno degli uffici regionali, ma anche alla collaborazione delle organizzazioni professionali e delle associazioni vitivinicole calabresi».