Di SAMANTHA TARANTINO
«La 180esima edizione dei Fuochi di San Marco è stato un successo andato oltre le più rosee aspettative. Merito del supporto degli sponsor (tra cui, ricordiamo, L’Eco dello Jonio le cui numerose copie sono andate a ruba) e dei commercianti, ma anche e soprattutto grazie allo sforzo organizzativo di tutto il team dell’Ufficio Turismo, costituito da Isabella Celestino, Adele Guerriero, Francesco Patrizio e Anna Lefosse». Queste le parole soddisfatte di Benedetta De Vita, responsabile funzionario al Turismo. «Riuscire a bissare i numeri dello scorso anno, 10mila persone che fino a tarda notte hanno riempito tutti i vicoli e le piazze, non era un’impresa facile. Coordinazione e sinergia hanno permesso di stilare un programma che andasse incontro alle esigenze di tutti: i commercianti, i curatori degli spettacoli e soprattutto i tanti ospiti. 52 sono stati i fuochi effettivi, 12 in più rispetto all’anno precedente, tutti ben riusciti e affollati.
Le attività si sono concluse dopo le 3 di notte, mentre i due bus-navetta messi a disposizione dalla IAS Scura hanno fatto da spola fino alle 2».
Nonostante le condizioni climatiche non favorevoli e la concomitanza con altri eventi culturali e tradizionali in varie località della Sibaritide, la popolazione ha partecipato numerosa.
«Il fulcro della serata intorno al chiostro di San Bernardino ha registrato così tante presenze che è stata ripetuta, per ben tre volte, la rievocazione storica del disastroso terremoto del 1836.
Gli spettacoli, curati dall’associazione teatrale Lupus in Fabula, hanno riscosso un notevole successo di pubblico. Così come le installazioni artistiche all’interno delle grotte e quelle create dai vari artisti locali ed esposte nel chiostro.
Il riscontro è stato così positivo che si è pensato di lasciare gli allestimenti nelle grotte e gli oggetti che ripropongono la vita quotidiana della metà dell’800 per permetterne la visita alle scolaresche nei prossimi mesi».
E tra storia, fede e tradizione, durante la serata, le note allegre e calde dei gruppi musicali che si esibivano lungo le vie e nelle piazze hanno regalato ai partecipanti una goliardica spensieratezza. I Riturnella con il loro spettacolo danzato e cantato hanno colorato Piazza Steri, gli Ankara hanno investito con le loro atmosfere piazza Santi Anargiri, e la Turyband ha coinvolto in balli e canti della tradizione.
«Ben riuscita anche la promozione dei nostri prodotti locali ‒ spiega la De Vita ‒. I gruppi dei produttori di olio nella zona di San Domenico hanno allietato i palati con le loro freselle profumate di olio. Un percorso di suoni e odori fino al rione San Marco, il più suggestivo, dove sullo sfondo si stagliava il simbolo di Rossano».
I fuochi di San Marco incarnano appieno i principi dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Ogni rione, accanto al proprio fuoco, offriva ai passanti le degustazioni dei piatti della nostra tradizione. Anche il commissario prefettizio della città bizantina, Aldo Lombardo, girando per il centro storico, ha ammirato le bellezze e goduto dell’aria di festa che si respirava, invitato di volta in volta a prendere parte alle tavolate e ai banchetti allestiti dai sempre cordiali rossanesi. Godendosi un evento riuscito anche grazie al suo impegno.
Non solo spettacolo e musica ma anche solidarietà e, soprattutto, informazione.
Quella che serve nella prevenzione, per aumentare la sensibilizzazione della popolazione femminile alla conoscenza dei tumori e della diagnosi precoce, indispensabile per curarsi in tempo.
«L’iniziativa “Gli sciannacheddi per il sociale” ha avuto un ottimo riscontro ‒ continua ancora la De Vita ‒ tant’è che, avendo esaurito tutte le scorte delle borsette con il bicchierino tipico all’interno, abbiamo raccolto 500 euro, i quali saranno devoluti all’associazione A.N.D.O.S. Onlus comitato di Rossano per avviare la campagna d’informazione e le attività specifiche».
Il tour tra le vie del centro storico, organizzato dal Club Trekking a cura di Lorenzo Cara, inoltre, ha permesso a un centinaio di persone di scoprire i vicoli della città antica sotto la saggia guida dei giovani allievi dell’I.I.S.-I.T.A.S.-I.T.C., la scuola superiore con indirizzo turistico, fucina di futuri promotori turistici.
«Sono particolarmente entusiasta dei giovani studenti, 8 ragazze e 1 ragazzo, che sono stati impegnati per tutta la settimana antecedente all’evento, lavorando con noi alacremente da veri professionisti» conclude la responsabile De Vita.
Un esperimento riuscito da ripetere anche, perché no, all’arrivo del Codex Purpureus, ormai prossimo, e durante altri eventi turistici e culturali. È ora che la politica abbandoni sterili polemiche, vedasi quelle recenti sui fuochi, e si concentri su tematiche importanti della città, attraversata da una profonda crisi economica e commerciale. E bisognosa di un rilancio culturale e sociale.