Apprezziamo il tono pedagogico con cui l’amministrazione comunale ha inteso rispondere alle nostre rimostranze rispetto alla indecorosa questione delle aree cosiddette sociali. È un tono che abbiamo già apprezzato spesso, anche in Consiglio Comunale, soprattutto da parte dell’Assessore a Tutto, Candiano, il quale spesso ha risposto a critiche di merito cimentandosi in arringhe difensive senza alcuna valenza politica e, per lo più, senza alcun senso. Caratteristiche che corrispondono all’ultimo comunicato-invettiva dell’Amministrazione Comunale.
Ci spiace che si parli di diffamazione, ma è significativo il fatto che per questa classe dirigente avere qualcuno che giudica liberamente il suo operato politico, senza possibilità di accorducci sotto banco, equivalga ad una diffamazione. Noi, in realtà, ci limitiamo a dire alla città ciò che sta accadendo da un anno e mezzo a questa parte, e tanto basta per screditare non soltalto l’esecutivo, ma purtroppo anche l’Istituzione stessa che esso malauguratamente rappresenta.
Andando alla questione, sulle aree sociali l’ennesima difesa senza senso dell’assessore Candiano ci offre la possibilità di ribadire le squallide caratteristiche del bando. Diecimila metri quadrati di aree pubbliche assegnati per un decennio attraverso un bando con un termine di 15 giorni, nei quali gli aspiranti “investitori sociali” (benefattori di cui la nostra terra è piena) avrebbero dovuto studiare il bando, partorire un’idea e progettarla con tanto di business plan. Capiamo che questa classe politica in passato ha fatto anche di peggio, ma stavolta non prenderà in giro nessuno.
Il termine è legittimo? E chi ha detto il contrario? L’esecutivo si difende da accuse immaginarie perchè sono le uniche per le quali riesce a farfugliare spiegazioni. Il termine ristretto ha una qualche giustificazione politica? Nessuna, e l’unico risultato ottenuto è aver limitato la platea di coloro che avrebbero potuto partecipare, configurando di fatto un danno alla città intera: questa è responsabilità precisa di questa Amministrazione.
Certo, devono essersi innevorsiti molto per aver messo nero su bianco un falso: i termini infatti sono stati prolungati solo per due dei tre lotti messi a bando. Non sono stati prorogati, guarda caso, per quello di Viale Sant’Angelo, ovvero quello della busta magicamente aperta. Ma anche sugli altri due lotti, la proroga è stata imposta da una modifica sostanziale del bando, ovvero dall’ammissione delle persone giuridiche (prima era esclusicamente per persone fisiche): di quale ragionevolezza si parla? Viste le motivazioni, tale proroga rappresenta di fatto un nuovo termine sempre di 15 giorni. Insomma, capiamo che la tesi difensiva della giunta è che noi siamo ignoranti, ma sperare che lo siano 40 mila cittadini e cavarsela con i soliti trucchetti, oggi sembra eccessivo.
La verità è che la giunta Candiano-Mascaro ha inteso, poco prima che si avviasse il processo di fusione, regalare per almeno 9 anni a dei privati, tre aree pubbliche in posizioni strategiche ed una di dimensioni enormi (6000 mq quella di Leuca-Foti), per fare business a scapito del territorio. A scapito di chi fa impresa senza gli aiutini del Comune ed a scapito del territorio perchè su quelle aree, evidentemente, si sarebbe potuto attivare servizi per i cittadini, non discoteche “sociali”.
Questo è l’ennesimo caso, a Rossano, di regalo del patrimonio pubblico per favorire interessi privati: basti pensare ai box di viale sant’angelo o alla questione dei palazzetti. Questo bando è in totale continuità con questo genere di provvedimenti.
Del resto l’intento di Candiano & Company è quello di allungare il più possibile i tempi per la fusione in modo da poter fare più operazioni simili possibili. Basti pensare all’affare Pubblica Illuminazione, cioè un affare da 15 milioni di euro per un altro decennio, oppure alla spasmodica volontà di assumere personale entro dicembre 2017 attingengo ad una graduatoria full-time ma per posti part-time, per evitare che qualcuno possa sfruttare la mobilità e per massimizzare le persone da accontentare. Tutto questo non come se stessimo per mettere in comune risorse, servizi, personale e bilanci con Corigliano per formare una nuova città, ma piuttosto come se non ci fosse un domani.
Ed in effetti, dopo un anno e mezzo, è quello che l’intero territorio si augura: che questa amministrazione alla deriva e che questa classe dirigente non abbiano politicamente un domani. Il fatto che da parte dell’esecutivo riceviamo sistematicamente insulti senza alcuna valenza politica ci conforta e rafforza il nostro impegno quotidiano per costruire una classe dirigente degna di questo nome, che sia autorevole, che abbia un’idea di territorio e che abbia le mani libere. Tutto ciò che non sono loro
Flavio Stasi
(fonte: comunicato stampa )