Nella notte tra il 27 ed il 28 novembre, il personale della Squadra Volante del Commissariato P.S. di Rossano, a seguito di una segnalazione giunta al 113, interveniva in un appartamento della cittadina Jonica.
Sul posto gli operatori di Polizia trovavano una donna ed il proprio figlio minorenne in lacrime, terrorizzati e giacenti a terra, mentre l’arrestato, dopo averli scaraventati sul pavimento, continuava a minacciarli.
La donna, che aveva subito nell’occorso contusioni cranio-facciali, dopo le cure del personale sanitario, denunciava presso il Commissariato di Rossano una sequenza temporale di violenze e minacce subite da parte dell’uomo a causa della sua gelosia e della sua indole violenta.
Nell’immediatezza gli uomini della Polizia di Stato, sentito il PM di turno dr. IANNOTTA, operavano a carico dell’uomo, la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa di famiglia, per poi eseguire nella tarda serata di ieri, vista la pericolosità del soggetto ed il pericolo per l’incolumità della donna, l’ordinanza applicativa della misura custodia cautelare in carcere.
Quotidianamente fra le mura domestiche di molte famiglie si consumano violenze come quella descritta. Tali tragedie si prolungano anche per anni grazie al “muro del silenzio” ed all’indifferenza di chi circonda le vittime.
Non denunciare soprusi ed angherie potrebbe portare a violenze ancora più gravi, e vittime inconsapevoli potrebbero essere minori che subiscono violenza psicologica, essendo segnati indelebilmente per la vita.
Per tali motivi le donne e gli uomini della Polizia di Stato giornalmente sono impegnati in prima linea contro la violenza di genere, non solo in campagne informative, promosse negli istituti scolastici, nelle piazze e per le strade, ma anche con il personale operativo che prontamente interviene ad ogni richiesta di aiuto.
Il Questore della provincia di Cosenza dr. Giancarlo Conticchio, invita le donne ed i figli che subiscono violenze di qualunque genere, non solo all’interno del nucleo familiare, a denunciare all’Autorità Giudiziaria ed alle Forze dell’Ordine i maltrattamenti subiti.
Anche solo una telefonata alle Forze di Polizia, seppur fatta in forma anonima, può interrompere “il cammino” della violenza, impedendo che maltrattamenti si tramutino in reati ancora più gravi.