L’8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati ancora una volta a esprimersi in sede referendaria. Cinque i quesiti su cui si voterà, incentrati su temi importanti: dal lavoro alla cittadinanza. Non è un dettaglio. È un diritto, ma soprattutto un dovere civico. Negli ultimi vent’anni, troppi referendum sono finiti nel silenzio delle urne. Il quorum del 50% più uno degli aventi diritto non è stato raggiunto, rendendo inutili i risultati. Così sono stati sprecati tempo, energie, e milioni di euro di denaro pubblico.
Un paradosso grave: in Italia, i referendum abrogativi richiedono il raggiungimento del quorum, mentre per le elezioni politiche – pur registrando astensionismi anche superiori al 60% – si eleggono governi pienamente operativi, che decidono su questioni ben più ampie e definitive. In questo quadro, è irrinunciabile recarsi alle urne. Dire Sì o No è una libera scelta, ma non andare a votare è l’errore più grande che si possa commettere. Perché ogni astensione lascia decidere altri al posto nostro.
Ogni assenza è una rinuncia consapevole alla possibilità di orientare la vita democratica.
Perché si vota l’8 e il 9 giugno
Il voto riguarda cinque referendum abrogativi: Licenziamenti illegittimi: proposta di abrogare la norma che limita il reintegro dei lavoratori licenziati ingiustamente. Indennità in piccole imprese: eliminazione del tetto massimo dell’indennizzo in caso di licenziamento. Contratti a termine: modifica delle regole sui rinnovi e durata dei contratti temporanei. Responsabilità negli appalti: ripristino della responsabilità solidale del committente in caso di infortuni dei lavoratori. Cittadinanza italiana: riduzione del tempo di residenza per la richiesta di cittadinanza da dieci a cinque anni. Si vota domenica 8 giugno (dalle 7:00 alle 23:00) e lunedì 9 giugno (dalle 7:00 alle 15:00).
Quando i cittadini hanno vinto: i referendum che hanno superato il quorum
Referendum che hanno raggiunto il quorum:
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1974 – Divorzio → Affluenza 87,7%
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1978 – Finanziamento pubblico ai partiti → 81,2%
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1981 – Aborto → 79,4%
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1985 – Scala mobile → 77,9%
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1993 – Riforme istituzionali ed elettorali → oltre 76%
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2011 – Acqua pubblica, nucleare, legittimo impedimento → 55%
Referendum che non hanno raggiunto il quorum:
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1990 – Caccia, pesticidi → 43%
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1997 – Giustizia, lavoro, media → 30%
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2000 – Legge elettorale proporzionale → 32%
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2003 – Articolo 18 → 25%
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2005 – Fecondazione assistita → 25,9%
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2009 – Riforma elettorale → 23,3%
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2016 – Trivelle → 31%
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2022 – Giustizia → 20,9%
In conclusione
Il referendum è uno degli strumenti più potenti che la democrazia italiana mette nelle mani di ogni cittadino. Chi si astiene non difende la propria libertà, la cede agli altri. Chi vota, invece, sceglie. Per questo il 8 e 9 giugno è indispensabile esserci. Qualunque sia la propria opinione, qualunque sia la propria risposta.
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