Correva l’anno 2019 quando l’allora presidente della Regione, nell’ultimo anno del suo mandato, adottava l’ordinanza n° 246 con la quale regalava ai Crotonesi tanta bella spazzatura proveniente da tutti gli angoli della Calabria autorizzando la Sovreco alla coltivazione della discarica fino al raggiungimento della volumetria di 120.000 tonnellate fino al 30 giugno 2020.
All’epoca, ricordano le deputate crotonesi Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado, schierandoci da subito a sostenere le ragioni denunciate ripetutamente dai cittadini della frazione Papanice, non solo presentammo delle interrogazioni parlamentari, ma interessammo l’Autorità Giudiziaria presentando un esposto presso la locale Procura della Repubblica ed intervenendo nel giudizio promosso davanti al TAR dallo stesso Comitato Pro Papanice. Ed ancora tentammo, purtroppo inutilmente, di coinvolgere la cittadinanza organizzando una manifestazione che aveva lo stesso hashtag oggi lanciato dal comunicato del Comune di Crotone. Non siamo la spazzatura della Calabria. Risultato ? In piazza veramente pochi mentre sul corso il passeggio indifferente proseguiva senza sosta. Ora, al netto di ogni considerazione sulla disinvolta indifferenza civica, sport in cui si eccelle in tutti i campi salvo poi a svegliarsi anni luce dopo e realizzare di essere, nel frattempo, bolliti come la famosa rana della teoria di Chomsky, non ci resta che constatare che dopo due anni nulla è cambiato , tranne gli attori di questa rappresentazione, ieri il Presidente Oliverio, oggi il Presidente f.f. Spirlì. Rappresentazione che, se non fosse per noi crotonesi una ennesima tragedia, potrebbe ben essere definita una farsa dal titolo “ L’emergenza strutturale della Regione Calabria”. Insomma l’ordinanza di questi giorni, come già quella del 2019 e le altre precedenti, non fa altro che certificare, ora come allora e qualora ve ne fosse bisogno, l’incapacità di gestire una problematica così delicata sotto il profilo ambientale e sanitario.
Se Giambattista Vico avesse avuto bisogno di sperimentare la sua teoria sui corsi e ricorsi storici, molto probabilmente avrebbe scelto la nostra terra. Non avrebbe sbagliato.
Siamo, pertanto, vicine a tutti i Sindaci del Crotonese con i quali ci dichiariamo fin d’ora pronte a combattere per respingere l’ennesimo attacco al territorio. Ma non solo oggi, che viene sbandierata l’“emergenza”. Bensì sempre. Proprio perché si blocchino una volta per tutte, e sul nascere, le cause di questo presunto alibi che finiscono per penalizzare sempre e solo Crotone. Solo una cosa non abbiamo capito e vorremmo che il nostro Sindaco ce la spiegasse. Glielo avremmo chiesto nel corso del consiglio comunale aperto di venerdì 16 luglio al quale eravamo state invitate, ma che poi non si è tenuto. Quando afferma che l’ordinanza della Regione è inaccettabile e non si possono occupare spazi destinati alla bonifica , esattamente cosa intende e a quale bonifica si riferisce? Ci sembra di ricordare che l’ENI si sia obbligata a portare fuori regione i veleni dell’area da bonificare perché, oltre tutto, apparirebbe grottesco, se non risibile, uno spostamento, da nord a sud, di pochi chilometri delle scorie da rimuovere e senza nessun vantaggio per la collettività, ma solo per i soliti noti. Historia docet.
Abbiamo già abbassato la guardia e ci siamo già adeguati al pentimento dell’Eni sul punto? Forse ci è sfuggito qualcosa? Fateci il riassunto delle puntate precedenti, per favore.
Corre l’anno 2021 così come correva il 2019. Come tutti gli altri.
Comunicato Stampa congiunto di Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado