La nuova inchiesta della procura di Paola, denominata “Archimede”, punta a fare luce sulla depurazione della zona del litorale dell’alto Tirreno cosentino e ha portato in tutto a diciassette indagati.
Da garantisti speriamo che tutte le persone coinvolte possano dimostrare la loro estraneità ai fatti. Un dato, però, è certo: nel sistema della depurazione vi sono parecchie zone d’ombra.
Il momento è adesso. Adesso bisogna recuperare il tempo perso e agire con celerità. I soldi stanziati per ripristinare i depuratori vanno spesi, non ci sono più scuse. Le rassicurazioni di alcuni amministratori e di alcuni politici non sono più tollerabili.
Questa è una terra che ha bisogno di risposte certe e concrete. Se qualcuno pensa che tutto si può nascondere si sbaglia di grosso. Le associazioni, i liberi cittadini, il sindacato daranno battaglia su questo tema. Per quanto ci riguarda, sosterremo tutte le iniziative che andranno in questa direzione. Inoltre, occorre chiedere al governo regionale, lo stato di attuazione dei progetti e degli interventi che si vorranno fare. Non bastano conferenze stampa elusive e di parte.
Questa giunta regionale al pari di quella che l’ha preceduta non ha fatto nulla. I ritardi sono evidenti. Per smuovere il sistema è dovuta intervenire la procura. Basta spot da campagna elettorale. Alcuni depuratori non funzionano, le bonifiche tardano ad arrivare, e anche quest’anno non avremo (saremmo felici di poterci ricredere) un mare pulito.
Si capisce quanto questo può influire sul turismo e sulla economia di un territorio.
Comunicato Stampa della CGIL Cosenza, CGIL Amantea e CGIL Paola