Prima importante risposta dello Stato alla sequenza pericolosa di pestaggi e pistolettate tra gruppi delinquenziali contrapposti. L’antimafia di Catanzaro mette mano nel territorio rossanese e dopo una intensa attività d’indagine corroborate da testimonianze e dall’assunzione di immagini di videosorveglianza, inchioda due soggetti legati da rapporti di parentela di 42 e 23 anni, accusati a vario titolo di
associazione mafiosa, lesioni aggravate, incendio doloso e violenza privata. Ai due è contestata anche l’aggressione a Gennarino Acri, fratello di Nicola Acri da mesi collaboratore di giustizia. Gli investigatori proseguono a ritmo serrato. Hanno ben chiaro il contesto in cui è maturato lo scontro tra clan contrapposti e non lasciano nulla di intentato. Nel frattempo il flash mob pensato per contrastare il crimine organizzato è stato rinviato di qualche giorno per ragioni organizzative. Parteciperanno le più alte cariche locali istituzionali: la Chiesa, l’amministrazione comunale, le associazioni di categoria, i commercianti, le organizzazioni sindacali. Si vuole dare un messaggio forte anche a quella parte istituzionale che bolla il centro jonico come città omertosa. L’iniziativa era stata concepita in due piazze: a Schiavonea nella villa dei due mari e a Rossano nei pressi della Torre Stellata. Il fine era quello di equilibrare le manifestazioni tenendo conto delle due realtà. Ora si va nella direzione di una unica piazza, che sarà quella di Rossano, luogo nel quale si sono consumati i fatti cruenti.