Li merita per quei temi che, soprattutto in una situazione di estrema fragilità aggravata dalla pandemia, “attendono inversioni di tendenza”: il lavoro, la salute pubblica, la tutela dell’ambiente, l’innovazione tecnologia e digitale, verde e circolare, la ricerca della coesione sociale.
Li merita – proseguono Sposato, Russo e Biondo – per lo spirito con cui è stato scritto: un appello al dialogo, “rivolto particolarmente a tutte le forze sociali, sindacali, finanziarie, economiche, imprenditoriali e politiche”, per “richiamare l’attenzione di tutti sul futuro della nostra casa comune”, per “contribuire alla vita buona e giusta ed alla qualità di vita della Calabria”.
Il Messaggio dei Vescovi merita, inoltre, grande attenzione e apprezzamento perché – insieme ad un’analisi sintetica, ma rigorosa, franca e coraggiosa della situazione della Calabria – offre alcuni criteri etici circa il metodo da seguire per operare le scelte giuste nella costruzione del futuro: cercare il bene comune al di là degli interessi di parte; coltivare competenza e responsabilità; ricercare alleanze e strategie collaborative lungimiranti; rompere qualsiasi collegamento con la criminalità organizzata; vigilare per escludere “candidature da sottobosco inquinato, aborrendo tutto ciò che possa essere premessa a future e sicure Commissioni di accesso e Commissariamenti, sempre in crescente dinamismo e frenante per mesi – a volte per anni – la regolare e ordinaria amministrazione della cosa pubblica”; rifiutare “la fallimentare pratica di voti di scambio come architrave dei consensi in vista dell’ascesa a ruoli e incarichi di potere, sorretti da una logica oligarchica, offensiva e deprimente”.
Si tratta di criteri e prospettive che condividiamo in pieno, come è emerso anche nei colloqui da noi avuti prima con il Presidente della CEC, Mons. Bertolone, poi con tutti i Vescovi, per una riflessione comune sul documento unitario di Cgil, Cisl e Uil del Primo Maggio, “La Calabria si cura con il lavoro”.
Alla nostra regione – scrivono i Vescovi – “spesso è mancata la capacità di essere vera comunità. Invece di essere tutti per uno, spesso si è avuta l’impressione di essere stati tutti contro tutti”. Le prossime elezioni regionali coincidono con un tempo di svolta che sarà decisivo per il futuro della Calabria. Che si smetta di essere tutti contro tutti e si costruisca un’alleanza per la nostra terra tra politica, istituzioni, parti sociali, volontariato. Che la politica smetta di litigare sui tornaconti personali e si confronti seriamente con una comunità stremata che chiede lavoro, equità, servizi.
Su questi temi – concludono i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil – è forte l’attenzione non solo del sindacato confederale calabrese, ma di quello nazionale ai massimi livelli, come ha dimostrato nel luglio scorso la presenza in Calabria, a Siderno, dei Segretari generali Landini, Sbarra e Bombardieri. Dal Sud può ripartire con nuovo slancio tutto il Paese» (Comunicato stampa).