Inaugurato il Museo Diocesano e del Codex. Oliverio: una bella giornata per tutta la Calabria

ROSSANO Cerimonia in grande stile per l’inaugurazione del nuovo Museo Diocesano e del Codex. Le personalità politiche, imprenditoriali e religiose intervenute per assistere sono molte: dal presidente della Regione Mario Oliverio, passando per i consiglieri regionali Mimmo Bevacqua, Giuseppe Graziano, Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali, fino agli esponenti della chiesa ortodossa e agli arcivescovi di Cassano, Rossano, Oppido Mamertina-Palmi.
Don Pino Straface, direttore del Museo, parla di una vera e propria “rinascita di un territorio che ha potenzialità per costruire speranza. Il Museo – ha detto – un santuario in cui ogni bene ha una storia da raccontare e messaggio evangelico da comunicare. Oggi il museo offre alle nuove generazioni possibilità di interazione con i tesori grazie alle moderne tecnologie”.
Deciso il sindaco Stefan Mascaro: “Da questo momento dobbiamo ripartire come comunità e come territorio con l’aiuto della curia e della Regione. Abbiamo bisogno di Oliverio che deve stare vicino a questo territorio trattato ingiustamente. Non vogliamo l’elemosina. Ma ripartire con tutte le forze sane della città da ciò che di importante abbiamo. Le prime cose che ho fatto da sindaco: far inserire questa area fra quelle strategiche per un migliore trattamento in tema di fondi comunitari e saluto immediato al sindaco di Corigliano. Fusione priorità: dobbiamo fare modo che il mondo arrivi qui”.
Per il presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, quella di oggi rappresenta “una bella giornata per tutta la Calabria, ritorna nella sua sede naturale il Codex un’opera di straordinaria importanza di carattere universale. Un bene culturale che è il primo ad essere stato scritto nella storia dell’umanità. Ritorna in una sede che completa un investimento realizzato per il Museo Diocesano. La Regione non solo ha sostenuto questa iniziativa, ma ha finanziato questa operazione inserita nel Por. Investimento – ha proseguito Oliverio – che dimostra che anche nella nostra regione è possibile utilizzare le risorse comunitarie per creare sviluppo, per renderlo attrattivo Sono d’accordo con Sgarbi che insieme ai Bronzi e forse ancor più il Codex contribuisce a stagliare la Calabria nel patrimonio culturale. Bisogna mettere in rete queste ricchezze e stiamo lavorando per questo con il contribuito del Dott. Patamia. Le risorse disponibili per il patrimonio culturale nel Por faremo in modo che vengano messe in rete con priorità.
Una gara virtuosa, non invidiosa, per far emergere la nostra ricchezza cultura per riappropriarsi dell’orgoglio di essere figli di questa terra che per la sua storia tormentata è portata nei suoi figli molto di più al vittimismo perché gli interventi che ne hanno massacrato l’identità ne hanno portato a incoraggiare una cultura subalterna. Oggi non è più possibile mantenere una situazione di questo tipo. Il Codex, partito da principe, è tornato da re”.
Il segretario regionale MiBACT della Calabria, Salvatore Patamia, ha affermato che non si è trattato di un progetto classico: “Da un finanziamento – ha detto – siamo riusciti ad ottenere tanti piccoli spacchettamenti: restauro, museo, trasporti e digitalizzazione che permetterà a ognuno di noi di sfogliarlo in maniera multimediale. Dialogo magnifico – ha proseguito Patamia – tra Ministero e Regione. Siamo costretti ad accentrare l’attenzione su questo territorio. Museo grande attrattore culturale al pari del Museo di Reggio”.
L’architetto Antonio Aprelino, direttore dei lavori, ha evidenziato come lo sfogliatore multimediale consenta di cogliere i dettagli. “Allestimento e riorganizzazione di tutti i beni del Museo – ha illustrato – in ordine cronologico e tematico. Attenzione al rapporto tra il museo e il fruitore: cablaggio e interattività di tutto il museo reso flessibile. Sistema video documentale. Pannelli con qrcode per interrogare il museo attraverso smartphone. Applicazione sviluppata già scaricabile per poter organizzare il processo tempo-visita e utilizzabile come guida plurilingua per il museo”.
Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, ha sottolineato la necessità di “rendere vivi questi posti, rendere fruibili gli immensi patrimoni culturali che possediamo. Bisogna partire dalle eccellenze calabresi, senza dimenticare che attraverso il turismo si possono far lavorare tanti giovani”.
“Il museo – ha affermato monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano-Cariati – è un’opera di grazia non religiosa, un santuario perché mirabilmente è giunto a noi il Codex. Ci piace pensare che questo sia segno di una provvidenza. Il Codex è della chiesa di Rossano e deve essere fruibile da tutti. Vogliamo che la visita del Museo sia un’esperienza di alta spiritualità per tutti. Voglio che da qui nasca una presa d’impegno: rimettiamo in piedi le nostre realtà, basta con i municipalismi. Dobbiamo costruire realtà vive, costruendo reti, intercettando il sociale e gli imprenditori e non individuali speculazioni. Riprendere il coraggio di stupirci per costruire una Calabria più bella”.

La cerimonia è stata trasmessa, in diretta e in esclusiva, dalle ore 17 alle ore 19 su RTC (canale 17 del Digitale Terrestre) e in differita alle ore 21 sui canali 875 e 879 della piattaforma Sky, mentre è stato allestito un maxi schermo nel piazzale del Duomo (facciata palazzo De Falco) per dare la possibilità al pubblico presente di seguire tutte le fasi dell’inaugurazione del Museo.

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