Fin dagli anni ‘90 la nostra zona è stata rappresentata nella vetrina del grande calcio internazionale da Rino Gattuso, “Un ragazzo di Schiavonea”. Adesso gli Europei di Londra hanno incoronato Mimmo Berardi, “Un ragazzo del Circondario”.
Infatti Mimmo è di Bocchigliero, ma essendo nato il 1° agosto 1994 nell’Ospedale di Cariati, è questa la città che risulta sul suo certificato di nascita. Il padre Luigi è di Bocchigliero, la madre, Maria Vulcano, di Longobucco. Mimmo, secondogenito, ha ereditato – come da tradizione – il nome Domenico dal nonno materno longobucchese. Quando Mimmo aveva dieci anni, la sua famiglia si trasferì a Mirto Crosia e qui frequentò la scuola calcio “Il Castello” che aveva tra i suoi dirigenti Riccardo Voltarelli, babbo del cantautore Peppe. Nella stagione 2007-2008 disputò in prestito il campionato Allievi regionali con l’AC Rossano. Insomma, nessuno come Mimmo riassume un territorio che gli ha dato i natali e lo ha visto crescere offrendogli la possibilità di sviluppare le sue grandi doti calcistiche.
A Bocchigliero ricordano ancora di quando andava a scuola tenendo il pallone tra le mani col quale riusciva a fare anche 500 palleggi consecutivi. All’epoca, bambino, giocava con le formazioni giovanili del paese.
Trasferitosi a Mirto, nel 2008 vinse con Il Castello il titolo provinciale Allievi e Giovanissimi e fu premiato come miglior calciatore e capocannoniere dei due campionati.
Tanti gli appetiti che nacquero intorno a lui: il Cosenza, la Juventus, ma la sua fortuna si deve a una visita al fratello Francesco che studiava a Modena e dove giocava nella squadra “Marmista Rem” nel campionato Uisp. A Modena, Mimmo andò a giocare una partitella con la squadra del fratello, tanto per divertirsi e tenersi in allenamento. Combinazione quel giorno a vedere la partita c’era Pasquale Di Lillo, attuale dirigente accompagnatore del Sassuolo, che rimase favorevolmente colpito dal talento di questo ragazzo calabrese e lo segnalò a Luciano Carlino, in quel periodo “tuttofare” delle giovanili del Sassuolo. A Carlino, Di Lillo raccontò che aveva avuto modo di ammirare il fratello minore di Francesco Berardi e che secondo lui il ragazzo aveva stoffa e un grande potenziale.
Dopo qualche giorno, Carlino, convinto dalle parole di Di Lillo, portò Mimmo a fare una prova col Sassuolo. A Gianni Soli, all’epoca responsabile giovanile del Sassuolo, bastò vederlo giocare quindici minuti per non avere dubbi sulle doti di Mimmo e così lo accolse nella società modenese senza esitazioni. Da lì iniziò la bella favola del ragazzo del Circondario col Sassuolo dove percorse tutta la sua carriera dagli allievi fino alla prima squadra, debuttando in Serie A a 19 anni e segnando 195 reti, e diventando così il miglior marcatore del Sassuolo di tutti i tempi. Poi quest’anno gli Europei gli hanno dato la consacrazione internazionale.
ll libro “Campioni d’Europa”, edito da la Repubblica nel 2021 quando si sofferma su Mimmo ne mette in risalto le doti calcistiche e aggiunge: “Conosciuto in passato per il carattere focoso”. D’altra parte, un ragazzo nato e cresciuto nel Circondario, avrebbe potuto avere un carattere diverso?
Martino A. Rizzo
I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C
Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a
Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica
sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato
il romanzo Le tentazioni della
politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri
del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito
anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione
dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,
Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,
Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.
Da fotografo dilettante cerca di cogliere
con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio
e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie
su Rossano Se chiudo gli occhi.