Occorre un’inversione di rotta immediata: bene riportare ai calabresi la gestione della sanità ma attenzione alla riproposizione dell’ingerenza della politica negli ospedali.
Contestati i contenuti dell’Atto aziendale
Tanti i quesiti posti a cui si è tentato di fornire delle risposte e tra questi l’ipotesi di aprire un procedimento legale contro lo Stato per avere consentito per oltre un decennio il commissariamento della regione penalizzando i lavoratori della sanità e i cittadini; al sindaco di Corigliano Rossano che è presidente della conferenza dei sindaci Flavio Stasi di dare vita a una programmazione su basi provinciali della sanità evitando la politica “spezzatino” dettata da ogni singolo sindaco. Ma la vera discussione ruota attorno all’Atto aziendale verso cui il commissario La Regina ha manifestato aperture ribadendo che la verifica è prevista per il 26 ottobre prossimo. Le linee guida sono state redatte nel febbraio scorso e l’atto presentato in aprile in tempi ristretti in quanto l’ufficio del commissario avrebbe rischiato la decadenza. Ma il conflitto è sui contenuti che non tengono conto delle intervenute novità determinate dal Covid nei presidi ospedalieri e nelle aziende. Secondo quanto emerge si lavorerà a una integrazione delle linee guida e delle aziende, per poi passare all’approvazione. Il sindaco Stasi ritiene di dover ridiscutere l’Atto aziendale e stabilire anche la destinazione degli stabilimenti ospedalieri all’interno degli spoke. L’amministratore ha poi sottolineato, a proposito del commissariamento, come non sia sufficiente attribuire le competenze al presidente della giunta regionale della Calabria ma occorre dare stabilità al sistema sanitario poiché non è possibile moltiplicare le nomine all’interno delle Asp in alcune delle quali in 18 mesi si sono registrati diversi avvicendamenti ai vertici. Tutto questo determina paralisi e discontinuità.