Recentemente si è proceduto all’abolizione delle due ex Compagnie dei Carabinieri di Corigliano-Rossano e alla istituzione del Reparto Territoriale che equivale alla elevazione in grado degli ufficiali al comando. A Corigliano-Rossano è stato nominato il tenente colonnello Raffaele Giovinazza a cui il Comitato formula gli auguri di buon lavoro. Il Direttorio del nuovo organigramma è stato allocato nella struttura di Contrada San Francesco (area urbana di Corigliano), mentre il Nucleo Radiomobile è stato collocato nei locali di Viale Sant’Angelo (area urbana di Rossano).
Fin qui tutto bene. Esulando da riverberi di natura campanilistica, inappropriati, inadeguati e non rispondenti, certamente, ad una visione d’insieme e di coordinamento, ottimizzazione e controllo del territorio tutto.
Tuttavia, resta l’amaro in bocca per la mancata elevazione a Gruppo dell’Arma. Lo stesso avrebbe già permesso un concreto e numericamente rilevante rimpinguo di Unità Operative, oltre alla figura di coordinamento dell’Alto Graduato. E non per ultimo una porzione di territorio più consistente sottoposta a diretto coordinamento delle forze armate della Città di Corigliano-Rossano, demoltiplicando, nei fatti, le competenze già espletate presso un qualunque Comando Provinciale.
È importante ricordare che in Calabria esistono già 3 Gruppi CC nei comuni di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Locri. Tuttavia i succitati ambiti, vivono in maniera succursale i relativi Comandi Provinciali e suddividono in due la Provincia di Catanzaro ed in 3 parti quasi identiche, territorialmente e demograficamente, l’Area Metropolitana di Reggio Calabria.
Così non è (almeno per il momento) con l’area della Sibaritide, laddove la recente istituzione si ritroverà a coordinare l’ambito dell’ex tribunale di Corigliano-Rossano, terminando, pertanto, il coordinamento e controllo alla foce del Crati e non già ai confini con la Lucania.
Va segnalato, infatti, che la elevazione a Compagnia della Tenenza di Cassano (ed a scanso d’equivoci riteniamo assolutamente utile l’investitura di quest’ultima), rivestirà il ruolo di coordinamento per tutta l’area dell’Alto Jonio. La creazione del Gruppo, avrebbe fatto sì (come già avviene per il Nucleo GdF su Sibari) che tutto l’ambito Sibarita da Cariati a Rocca Imperiale, passando per la Sila Graeca ed il Pollino di levante fosse, organicamente, diretto dalla postazione di Corigliano-Rossano, pur rimanendo sottoposta al relativo Comando Provinciale.
Ed anche qui, la solita manina centralista ha fatto il suo lavoro, approfittando, anche, di un rinnovato clima di tensione fomentato dall’eco di natura campanilista riattizzatosi tra Corigliano e Rossano. Tutto ciò altro non fa se non alimentare un dibattito divisorio perdendo di vista la visione più ampia.
Ad oggi, la Città, resta comunque dotata di 4 postazioni operative allocate nei due Centri Storici e nei due Scali. Semmai, sarebbe auspicabile la istituzione di una quinta postazione a vigilare il territorio nell’area marinara di Schiavonea, sfornita di Stazione e necessitante, forse più di qualunque altra area, di un locale postazione CC.
Va da sé che nei piani del centralismo, l’area posta a nord del Crati, venga, innaturalmente, allontanata dalle competenze di Corigliano-Rossano per motivi già ben conosciuti e per giustificare numeri e flussi verso altri territori.
Lo si è fatto con il vecchio ambito giudiziario, quando ancora era in vita l’ex Presidio di Giustizia. Medesimo, scriteriato, disegno in ambito sanitario, fornendo numeri alla sussistenza in vita dello Spoke del Pollino. Si verificò con i flussi ferroviari, quando si decise, arrivati a Sibari, di proseguire l’elettrificazione verso l’area valliva, quindi Cosenza ed il Tirreno. Si verificherà, qualora non ci fosse una prosecuzione verso sud e dall’innesto del Terzo megalotto della nuova 106, con i flussi veicolari. Questi infatti, giunti a Doria, non avranno interesse alcuno a proseguire verso il Basso Jonio, in considerazione che la distanza della A2 è posta, dall’innesto con la SS534, a 5 minuti d’orologio.
La Politica, le Classi dirigenti, dovrebbero svolgere un ruolo indottrinante verso le Popolazioni, iniziando, non già a foraggiare atteggiamenti e discorsi di lana caprina, quanto ad avere una cultura di territorio, svincolata dal semplicistico steccato ed aperta ad una visione inclusiva e solidale. Se questo non dovesse attuarsi, la bontà del processo di Fusione, la lungimirante visione della creazione di un’Area Vasta, fedele alle attitudini territoriali, che si proponga i requisiti demografici per la sua esistenza e che abbracci tutto l’ambito dell’Arco Jonico, Sibarita e Crotoniate, coordinato da due Capoluoghi, avviandosi ad un contesto interregionale Calabro-Appulo-Lucano d’Area Metropolitana, non si verificherà mai.
Continueremo a vivere nel passato, illudendoci di avere un ambito di rappresentanza (tale Sibaritide-Pollino) che esiste solo nelle menti di Attori poveri d’idee e contenuti, forse non ancora paghi di tutto ciò che tale abominio geografico ha rappresentato in termini di perdite per l’area Jonica. Costoro, con i loro improbabili ed inutili disegni, si rendono complici e funzionali agli interessi del centralismo.
Continuando su questa scia perversa, giammai si verificheranno i presupposti politici per disporre di un’Area che possa definirsi tale e che si ponga come baricentro logistico non solo al contesto Jonico, ma in generale al bacino del Mediterraneo Orientale.
Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia