Avviate sottotraccia le trattative per la candidatura alla successione di Franco Iacucci ai vertici dell’ente Provincia di Cosenza da poco eletto in Consiglio regionale (le due cariche sono incompatibili).
Il neo consigliere regionale Iacucci era presente ai festeggiamenti di Franz Caruso sindaco appena eletto di Cosenza e già assessore provinciale ai tempi del compianto ex presidente Tonino Acri. L’essere sindaco della città capoluogo di provincia ed essere espressione politica di un’area a trazione “centrosinistra” pone una seria ipoteca sulla ipotesi di una eventuale investitura di Franz Caruso ai vertici del Palazzo di Piazza XV Settembre.
Il ruolo di Corigliano-Rossano nelle trattative
La politica, tuttavia, è fatta di equilibri da rispettare e non disattendere. In questo contesto s’inserisce prepotentemente la candidatura del sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, oggi espressione della prima città della provincia di Cosenza, almeno per numero di abitanti. Il primo cittadino aveva già tentato la carta nel gennaio scorso al fine di incassare i crediti necessari tra i colleghi sindaci, non riuscendoci. Alla fine la spuntò il presidente Iacucci (sindaco di Aiello Calabro) che ebbe gioco facile in quanto fu l’unico candidato alla presidenza. Ora si sta sondando il terreno su tutto il territorio provinciale. Il sindaco Stasi ha ceduto il passo su più fronti, rendendosi disponibile a sostenere altri colleghi sindaci in altri organismi (Anci, Ato, etc etc) senza mai battere cassa. È ai vertici della conferenza dei sindaci dell’Asp di Cosenza per il solo fatto (lo prevede la norma) che a presiedere la conferenza debba essere il sindaco della città più grande demograficamente dell’area di competenza, ma non certo per accordi politici o altro. Il dibattito ruota attorno non tanto ai livelli di rappresentanza territoriale, quanto su un giusto ed equilibrato riconoscimento nei confronti di una città (Corigliano-Rossano) che oggi è la terza della Calabria e che quando è chiamata ad assumersi le responsabilità lo fa con grande senso di sussidiarietà territoriale. Lo ha fatto durante la pandemia, mettendo a disposizione un Polo Covid (da altri territori rifiutato) all’interno del presidio ospedaliero “Nicola Giannettasio” in un ambiente sanitario tra l’altro ritenuto promiscuo. Si è storicamente prestata nel settore dei rifiuti ospitando un impianto pubblico di trattamento a Bucita con tutte le conseguenze ambientali che ne sono scaturite. Ha pagato lo scotto della chiusura di un tribunale (l’unico soppresso in Calabria) mentre allo stesso tempo è destinataria di un carcere di massima sicurezza. Insomma è una città che non si risparmia nell’offrire la sua disponibilità quando si tratta di farsi carico di oneri. Il problema si pone sugli onori. Nella Sibaritide è iniziato il confronto tra i sindaci ma è necessario coinvolgere anche altri territori evitando, ove possibile, politiche localistiche e aprendosi a logiche che tengano conto dello stato delle cose.