L’INTERVENTO. Pnrr, classe dirigente impreparata alla progettazione mentre il Nord festeggia

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu.

Giuseppe Passavanti

Il documento, recentemente approvato dalla commissione, descrive quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Il piano delinea inoltre come tali risorse saranno gestite e presenta anche un calendario di riforme collegate finalizzate in parte all’attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del paese. Il piano è stata realizzato seguendo le linee guida emanate dalla commissione europea e si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Il Pnrr raggruppa i progetti di investimento in 16 componenti, a loro volta raggruppate in 6 missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Coesione e inclusione; Salute. Sin qui la pappardella di una definizione che indica le linee da seguire ma non ha letto e non legge lo squilibrio territoriale relativo al sottosviluppo del Mezzogiorno e della nostra regione in particolare. Sì, siamo noi il sud del sud ed a furia di acronimi ci siamo riempiti la bocca di Pis, programma integrato di sviluppo, Piani strategici, di Agende urbane, che nemmeno a Natale si regalano più, di Pon, Por, Pop Corn, nel senso che gli altri non solo ci hanno sorpassati, vedi Basilicata, Puglia e non solo ma ci hanno fatto il classico gesto che unisce mignolo e indice protesi a raffigurar le corna, appunto.

Felici di restare senza vie di comunicazione sulla Ionica, no treno, no parti se non Sali sui Pullman a lunga gittata, ora anche quelli di Montezemolo che non capisco quanti metri ti farà fare con la sua offerta… a partire da un euro e novantanove. Sali sul bus dalla porta anteriore e scendi da quella di dietro. Pnrr, oltre agli scienziati reclutati da Brunetta, persone di alto profilo(?) chi se ne sta occupando? Quali mastroccolerie usciranno da uffici copia e incolla? Sarà vero, come riportava Repubblica che vista la nostra improvvisazione, rispediremo al mittente buona parte dei fondi? Credo amaramente di sì. Suppongo che stiamo parlando di tutto, tranne che dei problemi che ci affliggono: strade, ferrovie e aeroporti, vabbè di sanità non parlo, fra poco alle chiamate di soccorso manderanno direttamente le pompe funebri! Non sento di sindaci che si riuniscono per progettare sviluppo e utilizzo delle risorse ma leggo di proclami(anche giusti) sui fondi scippati al sud.

L’ennesima vergogna, forse l’ultima sarà perpetrata, gli ultimi scippi vedranno le regioni del Nord(ad autonomia differenziata)(che bello, vero?), godere sapendo che la nostra ferrovia resterà col ciuf ciuf, la loro leviterà per miracolo e li porterà da Milano a Roma nello stesso tempo che noi impieghiamo da Rossano a Corigliano la sera, in specie se c’è il ferito o il morto quotidiano da raccogliere. Leggo sulla Treccani, resilienza: proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi. Però, che resistenza hanno i nostri attributi. Resisteranno anche stavolta alle cazzate di certi politici ed ai papocchi di certi uffici mastroccolanti? Vedremo ma sarà l’ultima volta e non mi si venga a dire che i programmi sono già definiti perché dovranno spiegarmi con chi sono stati concordati e quando. Lo dicessero Nesci ed il battaglione di grillini, piddini, udiccini, berlusconcini e via dicendo.

GIUSEPPE PASSAVANTI – GIORNALISTA

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