Il sindaco di Longobucco Giovanni Pirillo rimette il mandato. Lo ha comunicato nelle ultime ore in un videomessaggio trasmesso dalla pagina social del Comune all’interno del quale chiede scusa per avere detto qualche “no” a qualcuno e sottolinea, contestualmente, come non sia mai stato disponibile a sottostare a «ricatti» di qualsivoglia natura.
Avrà ora 20 giorni di tempo per eventualmente rivedere la sua scelta, nel frattempo l’azione amministrativa proseguirà con il vicesindaco in carica. La scadenza del mandato naturale è il prossimo anno (2022) quando la comunità sarà chiamata alle urne. Nel caso dovesse decadere l’attuale amministrazione comunale, per l’importante comune della Sila Greca si apre la prospettiva del commissariamento. Nei giorni scorsi due pezzi della maggioranza avevano preannunziato l’atto di sfiducia nei confronti del sindaco Pirillo bocciandolo sul piano programmatico:«Non si può non prendere atto dello stallo e del fallimento di questo Esecutivo. Longobucco ha già perso troppo tempo rispetto alle attese di sviluppo e rilancio strategico che i cittadini avevano riposto nell’attuale Sindaco; attese che, invece, la comunità deve continuare a poter perseguire con speranza e progetti. Si chiuda presto questa fase e se ne apra una nuova». Così i consiglieri comunali de “La Nuova Longobucco” Domenico Romano e Katia Pellegrino i quali condividono la sottoscrizione delle dimissioni contestuali per poi pervenire allo scioglimento del Consiglio Comunale. I conflitti sono sorti anche tra i due consiglieri comunali e l’Assessore Serafino Greco «che fino a qualche settimana fa avrebbe dovuto rappresentarci. Potrebbe testimoniare tutte le iniziative di cui abbiamo tentato di farci interpreti e promotori, ma bocciate aprioristicamente e pregiudizialmente tutte le volte che le stesse sono state proposte e manifestate al Sindaco». Nella nota si parla anche «di metodi poco partecipati, misteriosi, autoreferenziali chiusi e comprensibili solo ad una ristretta cerchia, preferiti sia dal Sindaco che dall’Assessore».