ll giudice reintegra una lavoratrice dipendente dei supermercati Lidl, dapprima sede di Trebisacce e successivamente di Corigliano Rossano, ma la società tedesca non dà seguito all’ordinanza. E ora si passa ad azioni di risarcimento.
La storia nasce da un licenziamento posto in essere nel lontano 2016 all’indomani di una serie di vicissitudini fatte di accuse, minacce, offese, scontri verbali, situazioni personali, ma in larga parte non riscontrate durante la causa. E anche l’uso delle chat con frasi dai contenuti compromettenti è risultato elemento di discussione in giudizio ma poco rilevante ai fini della pronunzia. Sostanzialmente, nel giudizio, non è stata dimostrata la condotta lesiva del vincolo fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore. Nel caso specifico, non sono emersi elementi tali da configurarsi quale grave inadempimento degli obblighi contrattuali. All’ordinanza di reintegra, la società si oppone attraverso una serie di motivazioni e testimonianze non esaustive ai fini del giudizio. Nelle ultime ore il Giudice del Lavoro Anna Caputo ha emesso la sentenza che conferma il provvedimento di reintegra. Nel frattempo, la difesa della lavoratrice rappresentata dall’avvocato Antonio Campilongo, ha dato vita a un nuovo procedimento in cui si avanza una richiesta di risarcimento del danno per mancata esecuzione dell’ordinanza di reintegra. La prima udienza è fissata a gennaio 2022.