Innalzamento del fondo marino, Italia Nostra: «Isola Dino, addio»

«La città dell’Isola Dino presto potrebbe cambiare nome. Solo 2,4 metri l’altezza massima dei fondali di fronte all’Isola Dino, ve ne erano 9: la foto del profondimetro è inequivocabile. Come è chiaramente visibile, l’accumulo di depositi di inerti a Capo della Rena procede rapidamente. Nel volgere di pochissimo tempo, l’innalzamento del fondo marino potrebbe chiudere l’insenatura». Lo riferisce in una nota l’associazione ambientalista Italia Nostra.

Danni gravissimi

«Evidenziamo – spiegano ancora gli ambientalisti – quanto viene riportato nelle Misure di Conservazione approvate dalla Regione Calabria a proposito dei fattori di pressione e minacce per habitat e specie della Zona Speciale di Conservazione “Fondali Isola Di Dino-Capo Scalea: “ …la pesca a strascico, l’ancoraggio, e processi di interramento dei fondali con la copertura di fango, costituiscono il principale fattore di rarefazione e scomparsa della Biocenesi (Posidonia). La forte erosione che ha investito la spiaggia di Tortora, a causa delle correnti marine, crea notevoli depositi di inerti a Capo della Rena (antistante l’isola in loc. Fiuzzi) innalzando il fondo marino e chiudendo l’insenatura…” Il “danno non temuto” ma reale al sistema ambientale dell’isola e dei Fondali potrebbe essere gravissimo.

Istituzioni assenti

«Purtroppo, alla gravità di quanto sta avvenendo corrisponde un’altrettanta grande disattenzione e trascuratezza delle istituzioni locali e regionali – lamenta Italia Nostra -. Ma l’Isola Dino, come l’Arcomagno, è un grande attrattore turistico ed ambientale, un punto di forza per tutto il territorio. Per questo la questione isola Dino non può riguardare il solo comune di Praia a Mare, ma tutti i comuni e la Regione Calabria. In queste settimane è stata agitata la questione dell’inquinamento del Fiume Noce lungo il litorale di Praia a Mare fino all’Isola Dino. Questione certamente da affrontare congiuntamente con azioni concrete e produttrici di effetti».

Conseguenze incalcolabili

«Italia Nostra già da tempo ha posto all’attenzione il problema. Come ha posto da tempo, inascoltata, all’attenzione di tutti la questione dell’Isola Dino nel suo complesso, isola che in breve potrebbe congiungersi alla terra ferma con conseguenze catastrofiche per gli habitat marini e terrestri presenti. Bene! Se si vuole che questo succeda, che i fondali vengano riempiti di sabbia e non popolati da posidonia, se si vuole che l’isola , ormai priva di protezione, venga presa d’assalto da vacanzieri e visitatori poco interessati al turismo sostenibile e alla biodiversità e che ne faranno un’ area da picnic e di bivacchi, vedi Arcomagno, ed in futuro potrebbe diventare una vasta area appetibile per speculazione edilizia o di altra natura, si deve solo lasciare che le cose continuino ad andare come stanno procedendo e tutto quanto paventato si tradurrà in concreta realtà. Noi invece – concludono gli ambientalisti – non vogliamo che tutto ciò si verifichi». (fonte Francesca Lagatta – cosenzachannel.it)

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