Le prime donne del Consiglio Comunale di Rossano, racconto di Martino A. Rizzo

 

 

Nel giorno della “Festa della Donna” piace ricordare che, nel 1946, alle prime libere elezioni per il Consiglio Comunale, Rossano elesse due donne nel più importante consesso cittadino e una alle votazioni successive del 1952.

Solo il 1° febbraio 1945 era stato emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che aveva conferito alle donne con almeno 21 anni di età il diritto di votare, mentre col decreto n. 74 del 10 marzo 1946 venne attribuito alle donne anche il diritto a essere elette. Con tale secondo decreto vennero sanate le liste elettorali che già contenevano al loro interno le candidature femminili. Infatti in Italia le prime elezioni amministrative si svolsero a partire proprio dal 10 marzo 1946, in cinque turni, e a Rossano si votò per la guida della città il 17 e 18 marzo 1946.

In attesa delle prime elezioni amministrative, il prefetto, nel gennaio del 1946, aveva nominato sindaco il prof. Domenico Maglione, stimato docente del liceo cittadino, proposto dal CNL su designazione dei partiti. A marzo, le liste che correvano per Palazzo San Bernardino erano tre. La prima era composta da un raggruppamento di liberali, democratici-cristiani, democratici del lavoro e repubblicani. Della seconda facevano parte il Movimento dell’Uomo Qualunque, il partito Patriottico Sociale e i combattenti e reduci. Il terzo raggruppamento, denominato “Sveglia”, comprendeva socialisti, comunisti, azionisti e qualche indipendente. La settimana precedente le elezioni in città si era creata un po’ di tensione. Per la sinistra era venuta da Roma a tenere un comizio Rita Montagnana Togliatti e un’altra sera l’on. Fausto Gullo. Quelli di sinistra cantando “Bandiera Rossa”, avevano impedito di tenere i loro comizi all’on. Francesco Miceli Picardi, all’avv. Antonio Persiani e all’avv. Benedetto Carratelli. Comunque le operazioni elettorali si svolsero senza incidenti. Tutte le liste in corsa per il Consiglio Comunale avevano al loro interno una rappresentanza femminile, ma risultarono elette solo Adele Sicilia con 2.259 voti di preferenza e Beatrice Sorrentino con 2245 voti, come indipendenti nella lista di sinistra “Sveglia”.

Pertanto si può affermare che le leggi che consentivano l’elettorato attivo e passivo alle donne diedero immediatamente i loro frutti e in Calabria ci furono addirittura tre donne che divennero sindaco. Caterina Tufarelli Palumbo Pisani, democristiana, fu la prima donna sindaco eletta in Italia, a soli 24 anni, il 24 marzo del 1946, nel comune di San Sosti. L’insegnante Ines Nervi, democristiana anche lei, fu eletta sindaca di San Pietro in Amantea all’età di 42 anni. Lydia Serra Toraldo, cosentina, democristiana, figlia di Nicola Serra, avvocato e deputato, nel ’46 divenne sindaca di Tropea in quanto nel 1933 vi si era trasferita avendo sposato il marchese ing. Pasquale Toraldo, tropeano.

Con tre donne sindaco, tra le undici elette in tutto il Paese, la Calabria fu la regione che sulla tematica dell’emancipazione politica, nel 1946, diede il contributo maggiore, ponendosi così all’avanguardia rispetto al resto d’Italia e i rossanesi, con l’elezione di due consigliere comunali, diedero anche loro un importante apporto.

La professoressa Adele Sicilia, nata il 4 settembre 1919, era figlia del capitano dei Carabinieri Gaspare Sicilia e da sempre aveva respirato in famiglia un’atmosfera culturale progressista. Infatti il capitano, uomo tutto d’un pezzo, non trovandosi più a proprio agio nell’Arma, in quanto mal sopportava alcune imposizioni chiaramente di parte che in quell’epoca arrivavano dai vertici militari, aveva lasciato il servizio anzitempo e si era dedicato alla famiglia educando le figlie ai valori democratici. In casa Sicilia si ascoltava Radio Londra e la giovane Adele, a Napoli dove studiava all’università, frequentava gli ambienti socialisti e viveva quel clima libertario che tra il 27 e il 30 settembre 1943 portò alle famose “quattro giornate”, quando i napoletani provocarono l’insurrezione popolare che riuscì a scacciare i nazisti dalla città. Laureatasi il 10 febbraio 1943, la prof.ssa Sicilia discusse una tesi su Ada Negri la prima e unica donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia e che con i suoi scritti aveva sempre affermato interessi culturali attenti ai risvolti sociali in virtù delle sue giovanili frequentazioni socialiste.

Beatrice Sorrentino, per tutti Bice, era nata a Rossano il 12 ottobre1908 ed era figlia del dott. Raffaele, primario chirurgo dell’ospedale cittadino. In un’epoca in cui le donne frequentavano poco le scuole, lei aveva sempre dimostrato una grande vivacità culturale e intellettuale dedicandosi agli studi e sviluppando la sua grande passione per la musica. Conseguito a pieni voti il diploma in pianoforte al Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, nell’immediato dopoguerra si trasferì a Roma dove si iscrisse al PCI, iniziando a lavorare all’UDI, Unione Donne Italiane, che aveva visto la luce il 1° ottobre 1945, impegnandosi attivamente nella difficile battaglia per l’emancipazione femminile. Risalgono a questo periodo i suoi rapporti di amicizia con personaggi importanti della sinistra italiana, uno tra tutti quello con Nilde Notti.

Nel 1952 Palazzo San Bernardino registrò altresì la presenza in Consiglio Comunale della signora Rosina Greco Casciaro, moglie del prof. Giuseppe Casciaro, primario dell’ospedale “Giannettasio”.

Donna di profondi principi religiosi, nata nel 1908, in città era dedita a una proficua e assidua attività di beneficienza, in un periodo in cui la povertà imperversava in molti strati della società. Presidentessa delle Dame di Carità rossanesi, da cattolica praticante testimoniò il suo impegno anche in politica nelle file della Democrazia Cristiana e partecipò attivamente alla campagna elettorale del 18 aprile 1948 tenendo vari comizi nei comuni del circondario di Rossano. Nel 1967 venne anche insignita da papa Paolo VI dell’onorificenza “Croce pro Ecclesia et Pontifice”, un distintivo d’onore della Santa Sede.

Insomma, anche se per le donne il percorso verso la meta della piena uguaglianza sostanziale sul piano politico non è né breve e né facile, nello scandire le tappe irreversibili di questo lungo cammino, la Calabria e Rossano hanno fatto ampiamente la loro parte.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

 

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