Il sindaco di Corigliano Rossano non ce l’ha fatta. Ed ora si ritrova una larga parte del centrosinistra con i musi lunghi, colpevolizzandolo per aver consegnato al centrodestra il Governo della Provincia di Cosenza. Non credo sia stato un dispetto, piuttosto ci vedo una lotta a un modo di concepire i partiti, avvitati su un metodo di potere burocratico. Francamente se i criteri di selezione delle candidature poste in essere dal Pd sono quelli adottati per scegliere Nociti (persona squisita), a mio parere bene ha fatto Stasi ad avviare un percorso autonomo e solitario. Lo sforzo che necessita fare nel contesto regionale e nazionale è riuscire a farsi rispettare dai partiti, eccessivamente centralizzati.
Il “caso Stasi” è emblematico, e sarebbe utile aprire una discussione in città ampia, seria ed approfondita, poiché si tratta di un fenomeno che colpisce tutta la partitocrazia, nessuna rappresentanza è esclusa. Solo così potrà cessare una certa mentalità da cappello in mano di una determinata classe dirigente Jonica nei confronti del centralismo. Per fare questo, tuttavia, bisogna essere maturi e mettere da parte le valutazioni personalistiche pro o contro Stasi che ci possono stare se parliamo della programmazione locale. Ma il tema centrale, su questo argomento, è il rispetto nei confronti della città che dovrebbe unire e trovare tutti d’accordo. La vicenda del Pd è emblematica. Sullo Jonio ha numeri condominiali, a Corigliano Rossano non è riuscito a presentare un candidato alle recenti regionali. Poi si ritrova un sindaco espressione di una città di 80 mila abitanti che strizza l’occhio e cosa fanno Boccia & c? Fanno prevalere le solite logiche! E quando si cresce? Quando si capitalizza? Il fatto che Stasi non avesse la tessera del partito è solo un formalismo usato ad arte per giustificare il sostegno a Nociti, questo è più che chiaro. Non voglio metterla neanche sul piano del ricambio generazionale che francamente oggi lascia il tempo che trova! Direi le stesse cose se al posto di Stasi ci fossero stati altri. Si pone una questione di metodo, di criterio, e di rispetto nei confronti di una città che oggi ha assunto una nuova connotazione, ma che da altre parti si fa fatica ad accettare.
Matteo Lauria – Direttore I&C
2 risposte
Siete isolati dal resto della Provincia, men che meno dal resto della Regione. Siete autoreferenziali e lamentosi, spesso incompetenti (stampa compresa). La nuova città non ha progetti nuovi, i “no” di Stasi e dei gruppi che stanno dietro a questa amministrazione comunale bloccato la 106 e tutte le infrastrtuture mentre gli altri comuni a sud volano e collaborano. Stasi è divisivo totalmente, ha fatto il gioco della destra invece di fare squadra e farsi dare una delega pesante in Provincia che avrebbe significato ben più che avere la presidenza perché spartirsi tra l’amministrazione della città e della provincia avrebbe significato non amministrare né l’una e né l’altra. Ma soffrite della sindrome del pennacchio per forza, dove se si deve fare squadra lo si deve fare per forza se l’allenatore siete voi. Infatti vi siete isolati sempre più in tutto e per tutto. E invece che fare autocritica, come mostra questo commento, cercate di spostare il tiro. Essere la terza città della Calabria non significa niente… è diventato soltanto un escamotage dietro il quale nascondere sconfitte e incompetenza. A tutti i livelli.
Mi permetto di fare qualche osservazione al tuo commento sul risultato del Sindaco Flavio Stasi alle ‘’provinciali’’. La percentuale raggiunta(19,50% equivalente a 15.733 voti) significa che ha fatto breccia ,ma senza andare oltre, ovvero al raggiungimento dell’obiettivo presidenza, la ‘’forza propulsiva ‘’ del cambiamento di cui Stasi e’ stato il promotore legittimato da oltre il 70 per cento dei voti alla carica di sindaco della nuova Citta’. E sull’onda del cambiamento far maturare, anche una classe dirigente non piu’ veicolata dai partiti centralistici e sclerotizzati, senza o quasi nessun rapporto con la societa’ civile. Perche’ non ha ‘’tagliato il traguardo’’ ? Ritengo abbia usufruito soltanto a meta’ dei ‘’benefici’’ del cambiamento: l’altra meta’ che significa essenzialmente nuova classe dirigente non e’ stata ancora ‘’conquistata’’: una classe dirigente, capace di tradurre, in termini di innovazione e sviluppo, il processo di fusione, mettendo a frutto tutto il potenziale riformistico che il processo stesso comporta, e realizzando appieno il cambiamento. Stasi non ha saputo,forse non ha potuto, ‘saltare il rubicone’’ , lasciando a meta’ un’opera avviata. Ed i suoi ‘’grandi elettori’’ hanno dimostrato di averlo compreso.