Trebisacce: l’ospedale “Chidichimo” e il gioco delle tre carte

TREBISACCE – L’Ospedale “Chidichimo” e il gioco delle tre carte! A che gioco giochiamo? Un interrogativo inquietante, questo, che si fa strada dopo aver letto le recenti dichiarazioni degli esponenti politici del Governo Regionale secondo cui nel prossimo futuro l’Alto Jonio sarà dotato non di uno, e neanche di due, ma addirittura di tre Ospedali: il “Chidichimo” che – tutti giurano – sarà aperto come “Ospedale di Zona Disagiata” sia perché è già inserito nella rete ospedaliera regionale con l’attribuzione di un proprio Codice Ospedaliero, sia perché si vuole rispettare la sentenza del Consiglio di Stato dal cui pronunciamento sono comunque passati ben 5 anni. A fianco al “Chidichimo” poi, in base alla Delibera n. 711 firmata dal Dr. La Regina Commissario dell’Asp di Cosenza in data 27 aprile 2022 ed enfatizzata nei giorni successivi attraverso una serie di Comunicati, in virtù dei fondi del Pnrr a Trebisacce sarà realizzato anche un “Ospedale di Comunità” pronto a integrare le prestazioni sanitarie del “Chidichimo” e ad erogare tutti i servizi afferenti la Medicina Territoriale e, infine, tutto l’Alto Jonio e la Sibaritide avranno finalmente il proprio Policlinico rappresentato dall’Ospedale Nuovo che si sta realizzando nella Piana di Sibari.

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Ora, passi per l’Ospedale Nuovo, che comunque è di là da venire e il cui progetto originario risale alla notte dei tempi, ma il rischio reale, a questo punto, è che il “Chidichimo” finisca per scomparire dall’agenda politica facendo la fine della famigerata carta rossa nel gioco delle 3 carte e venga mercanteggiato con un Ospedale di Comunità. Un Ospedale, quest’ultimo che – si badi bene – rientra nell’ambito della Medicina Territoriale che non prevede ricoveri di alcun genere e non nella “rete ospedaliera regionale”, l’unica abilitata ad accogliere pazienti acuti e sub-acuti. Ad adiuvandum, rispetto a questa sciagurata ipotesi, ci sono fatti oggettivi ed incontrovertibili che non possono essere trascurati se si vuole affrontare questo tema con la dovuta serietà e onestà intellettuale. La volontà della riapertura del “Chidichimo” finora è stata sbandierata da tutti ma solo a parole, senza far mai seguire nel corso degli anni fatti concreti, forse anche per guadagnare tempo rispetto alla realizzazione dell’Ospedale Nuovo che, teoricamente (ma solo teoricamente!), dovrebbe assorbire tutti gli altri Ospedali della zona. Ma ci sono altri indizi che mettono a nudo il verosimile retro-pensiero degli illusionisti delle 3 carte: perché, pur essendoci il progetto già pronto e le risorse finanziarie necessarie, non si è mai messo mano al ripristino delle Sale Operatorie? Perché entro il mese di gennaio 2022 presso il “Chidichimo” non è stata aperta la Medicina Generale come era stato pubblicamente assicurato tanto da aver disposto l’acquisto delle suppellettili necessarie, mentre in tutta fretta è stato improvvisato il ricovero dei pazienti Covid post-acuti senza che nessuno di loro vi abbia mai messo piede? Forse perché – questo il fondato sospetto – con il ripristino delle Sale Operatorie e l’apertura della Medicina il “Chidichimo” sarebbe entrato in quella rete ospedaliera da cui sarebbe poi stato difficile estrometterlo. Ora, per fortuna, del pericolo che il “Chidichimo” venga sacrificato e barattato con ben altro si sono resi conto i Sindaci della zona, in particolare il Sindaco di Roseto Capo Spulico Avv. Rosanna Mazzia la quale, dopo aver appreso che attraverso il Piano Operativo Regionale la Regione Calabria vuole proporre al Ministero della Salute e ad Agenas la realizzazione a Trebisacce di un Ospedale di Comunità,attraverso una sua comunicazione ufficiale, dopo aver denunciato “l’artificiosa mancanza di chiarezza”, si è detta pronta a battersi, insieme ai suoi colleghi-sindaci e al futuro Sindaco di Trebisacce, affinchè il “Chidichimo” venga aperto al più presto e il suo ruolo di Ospedale per acuti e sub-acuti non venga ridimensionato.

Pino La Rocca

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