Non è una novità constatare che, ormai, il Parlamento non conta quasi più nulla, e quindi niente vale il voto popolare. Sarà colpa del materiale che si ha a disposizione, ma un signore che non è eletto da nessuno, decide con un ampia maggioranza che stenta a andargli dietro. C’è chi dice meno male che abbiamo trovato il salvatore della patria, ma l’analisi vera è che vi è una lapalissiana, perlomeno, sospensione della politica e della democrazia, che non è stata – nemmeno – capace di individuare e far votare un nuovo Presidente della Repubblica, e fortuna che c’è Mattarella.La conseguenza è che siano entrati in un’economia di guerra, senza nessuna reazione della politica, almeno con un dibattito parlamentare che doveva sviscerare le varie problematiche connesse.
La domanda è: a che servono i partiti e la politica attualmente? Dopo l’ubriacatura dell’uno vale uno, e del principio (sic) che chiunque può fare politica, viviamo una fase asfittica in cui rari paiono gli interventi di rilievo ovvero effettuati da chi non conta nulla e non incide minimamente sulle decisioni che vengono prese sulla testa dei cittadini, che dovrebbero ricordarsi che il voto è una cosa importante e che dovrebbe servire ad eleggere la classe dirigente di un Paese democratico.
Nel frattempo l’inflazione galoppa, con aumenti della benzina e del diesel, delle bollette gas e annessi e connessi, il PIL cala, ma cosa più grave di tutte: aumentano i cosiddetti workin poor, cioè i poveri nonostante lavorino, cioè ci sono categorie che nonostante abbiano un posto di lavoro non riescono ad andare avanti decentemente.
La questione sociale non viene minimamente dibattuta e tutto si è fermato al reddito di cittadinanza, ossia ad una regalia a chi non ce la fà da solo, che non può essere il rimedio all’infinito per il quale i politici si lavano la coscienza o essere il solo tema per cui si chiede il consenso agli elettori.
Ergo: le prossime elezioni – se continua così, non serviranno a niente, perché ci sarà da pregare il Draghi di turno – sperando che accetti – di governare maggioranze altrimenti ingovernabili, che speriamo riescano ad individuare soggetti che non si limitano a sterili comunicati stampa, che lasciano il tempo che trovano.
Sono passati non moltissimi anni da quando il capo della Francia libera e, tra l’altro, dirigente del Comitato francese di Liberazione nazionale e Capo di Stato – da molti – considerato come uno dei politici più influenti del suo secolo, disse: LA POLITICA È UNA COSA TROPPO SERIA PER LASCIARLA IN MANO AI POLITICI.
Avv. Luigi Fraia – già presidente del Consiglio comunale dell’ex città di Rossano