Un tormento durato un decennio. Si chiude una triste vicenda che ha travolto un informatico rossanese coinvolto in una bufera giudiziaria che lo vide protagonista nell’ambito di un’inchiesta aperta dalla procura dell’ex Tribunale di Rossano e sconfinata nelle accuse di truffa e ricettazione. L’uomo, 53 anni, venne accusato in concorso di avere acquistato o comunque ricevuto quattro assegni bancari per un valore di 400mila euro circa, di provenienza illecita. P.D fu destinatario di una misura cautelare in carcere poi affievolita.
Al momento del provvedimento emesso dall’allora tribunale di Rossano, l’uomo si trovava all’estero. Decise di rientrare per poi costituirsi alla giustizia. Tra cella e arresti domiciliari si fece circa quattro mesi di carcere. Lunga la vita processuale, durata circa 10 anni. La difesa, rappresentata dall’avvocato Alfonso Loria, in sede di discussione ha evidenziato la totale estraneità del proprio assistito ai fatti contestati. All’esito della fase dibattimentale, il Giudice del Tribunale di Castrovillari Carmen Ludovica Bruno, nelle ultime ore ha assolto l’uomo dal reato di ricettazione per non aver commesso il fatto, dichiarando non doversi procedere per il reato di tentata truffa. La pubblica accusa aveva avanzato la richiesta a 4 anni di reclusione. In attesa del deposito delle motivazioni, è al vaglio del difensore l’attivazione delle procedure al fine di richiedere i danni per ingiusta detenzione non appena detta sentenza passerà in giudicato.