I tentacoli della malavita organizzata sul cimitero di Corigliano? Si tenta di fare piena luce all’interno delle due aree cimiteriali, con l’obiettivo di spazzare via ipotesi di malaffare e di corruzione. Un’azione ispettiva è stata chiesta nel giugno scorso dall’assessore alle politiche ambientali Damiano Viteritti agli uffici interni dell’ente al fine di scongiurare e neutralizzare il pericolo di eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata. I punti sostanziali di verifica e di accertamento hanno riguardato: i criteri di assegnazione del suolo e dei loculi; le concessioni e le autorizzazioni per la gestione delle aree esterne cimiteriali (installazione di chioschi e di attività commerciali); se all’interno del cimitero «sussistano cause di malaffare, dalla vendita illegale dei loculi, della sepoltura, o di suolo con atti inidonei»; se si siano riscontrati ipotesi di furti e ruberie di altro tipo».
Il cimitero di Corigliano è esternalizzato, gestito da una ditta esterna mediante regolare procedura ad evidenza pubblica, mentre quello di Rossano è affidato a personale riconducibile alla pubblica amministrazione (attività internalizzata). Tra le discrasie riscontrate, la mancanza di un regolamento unico di polizia mortuaria e di un tariffario comune per l’intero ente, così come si rinviene un sistema di gestione differente tra le due aree cimiteriali. Dai rapporti epistolari interni emerge anche come sia stato disatteso, allo stato, l’atto di indirizzo politico relativamente alla realizzazione di un nuovo cimitero in un’area baricentrica tra gli ex comuni di Corigliano e di Rossano. In itinere l’installazione di un impianto di videosorveglianza direttamente collegato al Corpo di Polizia Municipale.