Un insieme di emozioni e applausi, bagnati da qualche lacrima di gioia, sono state le parentesi di apertura e chiusura della ricorrenza del venticinquesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Tonino Longobucco. Celebrazione presieduta da Monsignor Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano-Cariati, concelebrata da tanti sacerdoti della vicaria di Corigliano, tra cui il viceparroco Don Agostino Stasi, e tenutasi nella parrocchia completamente gremita del “San Giovanni XXIII” (a contrada San Francesco).
Festante la comunità dello scalo coriglianese che ha reso omaggio, come si conviene in questi casi, all’operato, alla persona e al sacerdote Don Longobucco. Presenti alla cerimonia i familiari del parroco, alcune autorità civili e militari, il nutrito gruppo scout e i tanti bambini e ragazzi, scortati da catechiste e animatori, dell’”Estate Ragazzi”, in corso proprio in questa settimana presso la stessa chiesa. Ad allietare e accompagnare l’intera cerimonia il sempre trainante coro del “San Giovanni XXIII”. Dirette e godibili le riflessioni di Monsignor Maurizio Aloise che ha preso spunto da San Karol Wojtyla ideatore della giornata per la preghiera delle santificazioni sacerdotali: «Oggi preghiamo affinché i sacerdoti e in particolare Don Tonino possano raggiungere la meta della santità. San Giovanni Paolo II consigliava a tutti i sacerdoti di vivere nella conformazione sempre più piena del cuore del buon Pastore. L’immagine di Gesù diventa icona del ministero di ogni sacerdote. Dobbiamo coltivare questo desiderio nel nostro cuore e chiedere grazie a Dio, nella fattispecie per Don Tonino, per donarci sacerdoti che con il loro comportamento e la loro vita santa diano testimonianza. Pastori presi dal gregge e definiti da Papa Francesco come “Pastori con l’odore delle pecore”. Vicinanza del pastore alla sua comunità che testimonia l’intesa tra voi e Don Tonino perché credete fermamente nella missione del presbitero in mezzo a voi. “Preso dal suo popolo, a favore del suo popolo. Unto per ungere” ossia il buon pastore attento ad ognuna delle sue pecore come recita il vangelo». Considerazioni di Monsignor Aloise destinate anche ai tanti giovani e bimbi presenti: «Il vescovo e i presbiteri devono accompagnarvi verso il cielo. Una missione tesa verso Gesù dove bisogna sforzarsi come fa il buon pastore che cerca di recuperare tutte le pecorelle. Comunità dove nessuno dei figli deve essere tralasciato donando aiuto a tutti i membri a crescere retti. Per questo bisogna seguire delle regole che il sacerdote e gli educatori impartiscono affinché si possa prosperare ed essere impregnati del profumo di Gesù. Appartenere a Gesù fa parte della missione del “Buon Pastore” che deve custodire, proteggere, stimolare, amare e all’occorrenza correggere, sollecitare e indirizzare la propria comunità. Così i sacerdoti devono essere uomini coraggiosi in grado di custodire, sorreggere e spronare il proprio popolo. Sacerdoti- ha spiegato Monsignor Aloise- capaci di essere vicini e sporgersi con tenerezza, così come ci suggerisce in questi giorni Papa Francesco, e che sappiano mettere al primo posto l’amore che oggi ci testimonia la festa del Sacro Cuore di Gesù». In seguito, non è mancato il pensiero della comunità, affidato al delegato Michele Durante, rivolto a Don Tonino che ha voluto delineare, dalla sua nomina ad oggi, l’importante testimone raccolto dallo storico parroco Don Vincenzo Longo, la sfida raccolta e affrontata con audacia e decisione e l’efficace del suo ottimo operato. E dulcis in fundo non poteva mancare il commosso pensiero di ringraziamento di Don Tonino Longobucco: «Anche se non ero il più indicato, sento il bisogno di ringraziare il Signore per avermi guardato, scelto e chiamato per servirlo. La “Dioincidenza” ha voluto che venticinque anni fa fosse la solennità di San Giovanni Battista, oggi nel mio venticinquesimo di ordinazione sacerdotale è la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Il Santo Curato D’Ars diceva che il “Sacerdozio è l’Amore del Cuore di Gesù” e per questo il pensiero va verso chi continua ad operare nella mia vita. Il secondo ringraziamento va all’Arcivescovo Aloise, presente venticinque anni fa all’ordinazione e oggi al mio fianco come padre e Pastore di questa diocesi. Grazie per la celebrazione insieme ai confratelli e alle autorità presenti. Un ricordo particolare ai miei genitori che, anche se non sono presenti fisicamente, da lassù pregano e fanno festa insieme a me perché conoscono la mia felicità. Grazie a voi presenti, mia famiglia spirituale, e anche se sono restio ai festeggiamenti, perché coinvolto personalmente, voglio solennizzare il vero protagonista che è il Signore. È Lui che venticinque fa mi ha chiamato attraverso la celebrazione dell’allora Vescovo Monsignor Cassano che nell’omelia disse “Siate sacerdoti che si danno, giorno dopo giorno come pane fresco e profumato dal quale ognuno può prendere un pezzo”. Spero di essermi dato, nonostante gli ostacoli, per sfamare chi ho incontrato. Il mio scopo è farvi legare a Gesù. Da parte mia c’è e c’è stata disponibilità e fedeltà nel lasciarmi plasmare dal Signore nonostante le difficoltà e le incertezze. Mancano all’appello di questi venticinque anni tante persone care a cui ero molto legato nel mio cuore e che non sono più in mezzo a noi: mio fratello Luigi, Don Gianni Nigro, compagno d’infanzia con cui siamo cresciuti e camminato insieme, e Carletto Perciavalle indimenticato capo degli scout. Assenti fisicamente ma presenti nella comunità dei Santi in paradiso. Ringrazio anche loro per il grande dono del sacerdozio. Ringrazio voi presenti per quello che siete e che fate, per il sostegno e per esserci sempre. Un plauso- ha concluso Don Tonino Longobucco- agli scout per la loro presenza costante e a tutti voi che vi porto nel mio cuore e nelle mie preghiere».
Cristian Fiorentino