Riformare i consorzi di bonifica, eliminare sperperi e politiche clientelari e, nell’immediato, pervenire alla modifica della legge regionale nella parte in cui si estende agli immobili extragricoli il pagamento dei tributi. Il Consigliere regionale (Fi) Pasqualina Straface ha presentato, a tal riguardo, una proposta di legge in sede di VI commissione regionale Agricoltura che punta sul principio secondo il quale il contributo debba essere commisurato al beneficio ricevuto. L’obiettivo è combattere le situazioni ingiuste venutesi a registrare in luogo di servizi non corrisposti, fonte di disagi legittimi da parte dei cittadini. Si guarda al futuro: l’imperativo categorico rimane quello di riformare i consorzi di bonifica strutturalmente. La rappresentante azzurra si è mossa sulla base di una serie di segnalazioni giunte da cittadini che risiedono nelle aree urbane a cui sono pervenute delle cartelle di pagamento. Da qui la necessità di rimuovere dalla legge del 2017 il termine “extragricoli”. «Sono utenze che già pagano i tributi. Il Consorzio fa leva sul fatto che interviene per la pulizia dei canaloni, ma questo è un servizio, sottolinea la Straface, che va affrontato con le Amministrazioni comunali senza gravare ulteriormente sui cittadini».
La problematica nel suo complesso va affrontata anche sul fronte dell’irrigazione. Ancora oggi molti produttori sono costretti a ricorre ai pozzi per la cura delle coltivazioni e gli stessi, nonostante tutto, pagano le cartelle per servizi spesso non resi. «È necessario pervenire a una radicale riforma dei consorzi di bonifica, rincara la forzista, i cui bilanci presentano falle finanziarie e gravi posizioni debitorie». Tra i disagi riscontrati nel tempo i ritardati pagamenti degli stipendi ai dipendenti e persino la mancata erogazione del trattamento di fine rapporto per i lavoratori andati in pensione. Dall’altra, i vertici consortili parlano di maturati crediti non riscossi. «È una situazione non più sostenibile. In altre parti d’Italia i consorzi funzionano e funzionano bene. Va radicalmente cambiato l’apparato gestionale e, contestualmente, bisogna dare vita a una programmazione che metta al centro l’agricoltore, i terreni, la bonifica e tutto ciò che può dare un contributo reale allo sviluppo agricolo della Calabria».