Non è il caso di montare polemiche durante una campagna elettorale quando siamo in presenza di morti attribuibili a eventi naturali, anche se la “natura” non ha una vocazione criminale salvo poi rivelarsi tale quando viene stravolta dalle menti speculative umane. Si esprime solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione, a giusta ragione, anche se chi lo fa spesso concorre allo stupro dei territori, senza pianificare per tempo interventi correttivi nelle loro aree di interesse, atti a mitigare il dissesto idrogeologico. Tanto Corigliano-Rossano quanto Crotone e tutte le zone contermini sono vulnerabili e fragili ai grandi eventi calamitosi, e si confermano altamente a rischio.
Gli alvei di fiumi e torrenti lungo l’Arco Jonico sono diventati sede naturale di abbanco rifiuti d’ogni tipo. Laddove non ospitino inerti o non siano adattati a discariche, vengono invasi da agrumeti e piantagioni varie. Alcune costruzioni giacciono nei pressi degli alvei senza rispettare le previste distanze di sicurezza. I piani strutturali che dovrebbero predisporre un consumo di suolo zero e la rivitalizzazione e rigenerazione dei percorsi storici, invero continuano a mummificare le coste con abitazioni private di tipo residenziale adeguatamente camuffare dalla destinazione d’uso turistico. Viepiù sovraccaricando una precaria rete di deflusso delle acque di scarico in un contesto in cui la depurazione risulta insufficiente e non parametrata alla già esasperata densità abitativa. E gli eventi accaduti negli ultimi sette anni, prima a Corigliano-Rossano, poi a Crotone dimostrano ampiamente quanto latitante sia stata (e continui ad essere) la pianificazione preventiva di tipo idrogeologico e la messa in sicurezza delle tantissime aree di rischio lungo l’Arco Jonico. Insomma, a idee e progetti che possano rappresentare reali e concreti processi di crescita evolutiva si sostituiscono pensieri privi di logica e soprattutto sconnessi dalla realtà. La politica non è solo gestione di un potere, un posto al sole, carrierismo e vitalizi, la politica richiede coraggio nelle scelte. Occorre inimicarsi gli abusivi, non possiamo rincorrere il consenso a tutti i costi, e poi ipocritamente piangere i morti. Agli amministratori locali, regionali, alla deputazione parlamentare il compito di non chiudere gli occhi almeno di fronte ai temi che mettono a rischio la incolumità delle persone. Ci sono alcuni torrenti in riva allo Jonio che se dovessero esondare sarebbe una catastrofe, anche di vite umane. Che la tragedia delle Marche, visto che le precedenti non sono servite granché, possa servire almeno a riaprire il dibattito sulle varie forme di abusivismo presenti nel territorio e chiamare alle responsabilità il personale addetto agli uffici urbanistici dei vari comuni e della Regione Calabria, oltre a un serio intervento dello Stato rivolto alle regioni orograficamente esposte a rischi.
Domenico Mazza – indipendente
Candidato Collegio Camera uninominale CO-RO-KR per la federazione Azione-Italia Viva.