Partecipa alla prestigiosa maratona di Berlino con oltre 40mila partecipanti, un evento straordinario di rilevanza mondiale. Ben 42 chilometri in 6 ore e 5 minuti, percorsi costantemente con l’auricolare all’orecchio per darsi la giusta carica. Lei si chiama Deborah Ferraina una donna versatile, che nella vita si è occupata di tante cose diverse, da manager aziendale al mondo dell’arte e dello spettacolo. La sua partecipazione alla Bmw Berlin Marathonnon è stata così scontata per lei che combatte da tanti anni con due patologie che condizionano la sua quotidianità nell’alimentazione e nella vita sociale: il diabete e la celiachia.
E non solo, è anche risultata tra le migliori maratonete in gara. È per la sua situazione patologica che si è dedicata allo sport affinché la aiutasse a superare i limiti fisici e a darle forza e consapevolezza. Ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza perché spesso ci si «nasconde o si ha paura di parlarne. In realtà, bisogna saper abbracciare la malattia e riuscire a viverla con gioia – racconta al nostro network. È vero, nessuno le vorrebbe – chiosa – ma nel momento in cui arrivano non c’è altro da fare che tentare di convertire in positivo ciò che la vita ti riserva».
Per alimentare la sua passione, ha frequentato un master con il Micap (master internazionale in coaching ad alte prestazioni) nel quale ha seguito corsi altamente professionali per chi vuole diventare coach. «Il mio prossimo obiettivo sarà quello di partecipare alla maratona di New York, che si caratterizza per salite e discese, a differenza di Berlino che è invece la maratona dei record». Le patologie di cui soffre hanno inevitabilmente inciso nella sua vita. Deborah non nasconde di essersi dovuta privare di molte cose: «Oggi la corsa mi rende libera, mi dà la possibilità di capirmi e di ascoltarmi. E non è semplice. Spesso sembra tutto scontato, ma molte volte non ci fermiamo ad ascoltarci». Poi l’appello rivolto a tutte le donne: «Alziamoci dal divano, usciamo fuori dalle mura domestiche. È importante socializzare, fare gruppo. Non bisogna attendere la primavera per camminare o correre. In autunno e in inverno è bellissimo. Peccato che vedo poche donne in giro, sono perlopiù gli uomini che si cimentano». Si dice orgogliosa di essere di Corigliano-Rossano, ama la sua città, e i rapporti sono continui e costanti nonostante i richiami che giungono da tutto il mondo nella sua vita professionale.