Sta sollevando non poche polemiche, il piano straordinario mobilità nella scuola, deciso dal Governo Renzi. Trasferimenti di docenti da una parte all’altra dell’Italia, apparentemente senza criterio e con molti disagi per chi lascia famiglia e casa, dato che , come ha affermato il ministro Giannini, l’80% dei docenti è meridionale, mentre la maggioranza degli studenti e delle cattedre disponibili è al centro nord. Intanto insorgono i sindacati e lavoratori che parlano di un “esodo vergognoso” che sta “depauperando il Mezzogiorno”, per colpa di una legge, la 107 del 2015, “incostituzionale” e di un “algoritmo” che, in questa fase di mobilità, ha “sparpagliato gli insegnanti del Sud dal Tevere al Tagliamento, senza tener conto delle situazioni personali e familiari e dei tanti anni passati nella scuola”. Dal canto suo il Ministro Giannini risponde: “Chi verrà trasferito lo sapeva per legge; partono con un contratto in tasca a tempo indeterminato. Del resto è un processo che la scuola italiana ha sempre avuto, – sottolineando che, in realtà – chi deve spostarsi di più chilometri, in particolare dal Sud al Centro nord, rappresenta una percentuale inferiore al 10%. Sono i neoassunti, i più giovani di servizio, entrati con la Buona scuola”. Numerose le proteste e le manifestazioni organizzate in più parti del Sud italia. Dalla Sicilia è partito il grido d’allarme, definito sociale, come ha ribadito l’assessore alla Scuola del Comune di Palermo, Barbara Evola. “Le ripercussioni saranno gravissime, sopratutto per tutta l’Isola che dovrà dire addio a una preziosissima risorsa umana ed economica”. Il Consiglio dei Ministri, intanto, ha garantito l’assunzione a tempo indeterminato di 32.198 docenti di cui 7221 su sostegno e lo sblocco di oltre 10 mila posti per il personale Ata.