Appello accorato del movimento Rossano Prima di Tutto all’Esecutivo Mascaro affinché si ponga un freno all’ambulantato selvaggio. “L’immagine, quasi malinconica, che in queste settimane ci restituisce il Lungomare Sant’Angelo, divenuto ormai porto franco per venditori occasionali di ogni genere di mercanzia, non gratifica né qualifica una Città che da sempre ha fatto del decoro urbano e della legalità un suo punto di forza”. A dichiararlo è Natalino Chiarello, delegato del movimento civico per le politiche delCommercio e del Bilancio. “È opportuno ripristinare le regole, avviare controlli e tenere fede alle chiare direttive vigenti in materia di commercio. Bisogna farlo nel rispetto di tutti quegli esercenti che, pur tra mille difficoltà, pagano regolarmente le tasse e sono oppressi da una pressione fiscale esorbitante. Durante la precedente Consiliatura a guida Antoniotti avevamo posto un freno netto al fenomeno dell’ambulantato selvaggio, compiendo scelte coraggiose e debellando quasi totalmente il fenomeno. L’Amministrazione Mascaro faccia altrettanto e non si renda complice silente di una situazione che sta creando non poco imbarazzo ai commercianti e agli operatori turistici.
Stiamo raccogliendo la protesta di molti esercenti e commercianti che regolarmente pagano tasse, contributi, concessioni e sono già tartassati da quella che è la fiscalità locale e nazionale. In questi giorni, al contrario di quello che è stato negli anni passati, ci sono una serie di ambulanti che occupano la passeggiata del lungomare Sant’Angelo. Proprio nello scorso mese di maggio il commissario straordinario ha applicato una modifica al regolamento del commercio. Con il quale sono state destinate le nuove aree dove far posizionare gli ambulanti.
Su Sant’Angelo la zona individuata è piazza Nassiriya e fino a quando la merceologia di vendita riguarda l’antiquariato, i prodotti etnici e quant’altro può arricchire l’offerta commerciale della nostra Città. Purché si rispettino le regole. Ma da qui a far sì che il lungomare diventi una sottospecie di suq dove si vendono pezzi di abbigliamento e di intimo, spesso contraffatti, monili di bigiotteria e giocattoli non conformi alle normative comunitarie, ce ne passa. E non solo non è decoroso ma dequalifica il contesto urbano e commerciale di un’area tra le più blasonate dell’intera fascia ionica”.