Corigliano-Rossano. Se, come si legge in un comunicato istituzionale della commissione consiliare Servizi alla Persona del Comune di Corigliano-Rossano riunitasi nei giorni scorsi, sarebbe stato “appurato che sulla tavola dei nostri bambini sono presenti molti prodotti del territorio”, allora l’assessore al ramo Alessia Alboresi ha il dovere di comunicare alla città quali sarebbero questi fantomatici prodotti e sulla base di quali criteri qualitativi sarebbero state selezionate le aziende locali eventualmente fornitrici. Perché alle famiglie delle alunne e degli alunni non risulta nulla di tutto ciò, sin dall’avvio, ormai quasi un mese fa, del servizio pubblico di mensa scolastica.
La società affidataria del servizio mensa sta usando oppure no extravergine d’oliva di questo territorio che è Città dell’Olio e che coordina le città dell’olio calabresi? La patate servite sono quelle Igp della Sila? I formaggi sono quelli territoriali o calabresi o forse si confonde la filiera corta con il Quick? Da dove viene la presunta frutta fresca (termine introdotto nell’app solo dopo le nostre prime denunce) annunciata ogni mattina? O la si confonde forse con quella non stagionale o trentina che va per la maggiore oppure con le merendine ed i finti succhi industriali senza frutta? E le carni proposte sono, non diciamo di podolica calabrese, ma almeno di allevamenti territoriali? Il riso è quello di Sibari? E la pasta e i condimenti? La cipolla è quella rossa di Tropea Igp Calabria? Ortaggi, insalate e legumi, se ve ne sono di stagionali ma non ci risulta, da dove arrivano nei piatti delle nostre figlie e dei nostri figli? Oppure rispondono forse ai criteri di territorialità, stagionalità e qualità i bastoncini industriali di pesce improbabile?
La Alboresi lo sa? È a conoscenza di queste informazioni? Ci sono documenti, risultanze e fatture che confermano quanto sostiene la commissione consiliare o si tratta soltanto di balle e disinformazione istituzionale? L’assessore che confonde la cucina di Cracco con l’ABC dell’educazione alimentare e della filiera corta è in grado di far avere questi dati alle famiglie, interpretando con cognizione di causa il ruolo e la funzione ricoperti? In attesa che venga convocata l’apposita commissione mensa scolastica, così come hanno formalmente richiesto da giorni e con urgenza tutti i referenti nominati da ciascun circolo didattico della Città, l’Alboresi trovi almeno il tempo di rispondere e chiarire alle famiglie se l’Amministrazione Comunale ha intenzione oppure no di interpretare con responsabilità politica e sociale un suo duplice dovere istituzionale.
Da una parte, quello di promuovere l’educazione alimentare verso le nuove generazioni, priorità che non può essere barattata né con la demagogica ricerca del consenso, suggerito dai numeri degli iscritti alla mensa, né con eventuali logiche di scarsità di risorse di bilancio comunale o peggio di profitto aziendale della società affidataria. – Dall’altra, un ulteriore dovere di sovranità alimentare e di economia circolare rispetto ai tanti produttori di questo territorio che potrebbero e dovrebbero trarre ogni beneficio economico ed occupazionale dal coinvolgimento, attraverso le associazioni di categorie ed i consorzi (che ci risulta esser stati invece ignorati), nell’approvvigionamento delle derrate per il servizio pubblico della mensa scolastica, pagato con le risorse di tutti.
(Comunicato stampa)