Simet. In un post di pubblicizzazione Facebook leggiamo: «Quest’anno a Natale anche Simet porta doni. Scopri le offerte in super promo»
La risposta di Elda Renna, subitamente cancellata: «Non per noi 40 ex dipendenti, figli tuoi». Rimangono licenziati i 40 figli di nessuno che lo scorso settembre ne hanno ricevuto comunicazione. Alcuni – ci raccontano – con raccomandata arrivata il giorno dopo l’ultima corsa effettuata. «Sfruttati fino all’osso e tolti dalle scatole come scarpe vecchie, siamo persone, con responsabilità genitoriali e diritto alla dignità», il commento amaro di una moglie che attendeva il marito tornare dai viaggi infiniti che permettevano però, una vita dignitosa qui al Sud.
Al momento, nessuno ha fatto qualcosa di concreto per loro. Appellati sia alla politica che alle istituzioni, il loro grido d’aiuto è stato ignorato da entrambi, spiega Elda Renna, portavoce di gruppo degli autisti Simet licenziati: «Il Presidente Occhiuto non si degna neanche di un minimo cenno verso cittadini calabresi che chiedono aiuto. Come restano in silenzio tutti gli assessori e consiglieri regionali, che hanno saputo fare solo proclami pubblici sui giornali, in cui si impegnavano a ricollocazioni lavorative, seguendo, addirittura, ogni competenza professionale. Anche i parlamentari e senatori calabresi restano in silenzio…e purtroppo anche il prefetto di Cosenza, i presidenti della provincia di Cosenza e di Crotone! Tutti ci hanno promesso risposte ed impegno…quello che ad oggi non è arrivato».
Dalla sera alla mattina, con la scusa solita della ”ristrutturazione aziendale”, famiglie intere hanno visto crollare presente e futuro sotto ai loro piedi. Costretti a rivedere abitudini, progetti e scelte di vita, in un periodo storico che ha visto rincari in ogni contesto. Eppure troviamo biglietti di lunghe tratte a prezzi scontatissimi. Non è possibile e non è giusto, per il profitto alto di pochi e il danno economico e psicologico di molti.
Che sia il caso di rivedere le politiche interne e chiamare le cose con il loro reale nome? Crisi economica è crisi di cuore; cosa c’è per i fedelissimi ex dipendenti Simet sotto l’albero, quindi, oggi? L’amarezza, il disagio, la paura di non arrivare all’inizio del prossimo mese, ”un orrendo e ingiustificato regalo di licenziamento collettivo”. Senza considerare la responsabilità delle istituzioni nonché della società in generale, che stasera stapperà uno spumante consapevole della disperazione in cui vigono queste persone. Abbiamo la responsabilità di agire, tutti, la responsabilità di non piangere tragedie annunciate.
«Noi non molliamo…andremo avanti nella lotta per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori», si congeda nel post Renna.
E noi non vi abbandoniamo. La vostra battaglia è la nostra, perché: «Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi».
E con questa riflessione di Gino Strada ribadiamo la forza della parola e della divulgazione, le quali dovrebbero generare quantomeno vergogna. La vergogna che non deve provare un padre che quest’anno ha negato il regalo al figlio, ma quella che dovrebbe provare un’azienda ad aver strappato a dipendenti fiducia e dignità, censurandone anche le voci. Il lavoro non è un dono ma un diritto sancito dalla legge. Che il Natale rinsavisca chi di dovere.
Virginia Diaco