Nick Spatari, una personalità di grande spessore umano e culturale che ha caratterizzato la Calabria ai vari livelli nazionali e internazionali. Una valida e straordinaria testimonianza di arte contemporanea in Calabria che trova conferma nel Museo di Santa Barbara (Musaba) di Mammola in provincia di Reggio Calabria. La straordinaria opera all’aperto, in evoluzione continua, è stata possibile grazie al lavoro di una vita dell’introspettivo artista, che, con la sua guida e manager Hiske Maas, ha dato vita a un tempio di colori e forme geometriche unico nel suo genere. Un laboratorio di sperimentazione sul mosaico e sull’arte pittorica post moderna che continua a crescere con l’aiuto di giovani artisti locali e stranieri. Tutto questo è stato raccolto nell’interessante documentario, a tratti filmico, scritto a quattro mani dal regista Luigi Simone Veneziano che ha sottolineato la straordinarietà dell’artista Spatari e l’eredità che ha lasciato alle future generazioni» e dalla giornalista Alessia Principe. L’occasione per parlarne è stata la presentazione nella città di Corigliano Rossano alla presenza delle istituzioni locali, del mondo della scuola, dell’associazionismo fotografico e del cinema. Nik Spatari nasce il 16 aprile 1929 e muore il 24 agosto 2020 a Mammola, pochi mesi dopo la fine delle riprese del docufilm.
Durante l’infanzia visse l’orrore della guerra e perse l’udito ma poi, assecondando le proprie mani, iniziò a scoprirsi artista. Dalla Calabria arrivò a Losanna e a Parigi, dove venne apprezzato da Picasso e Cocteau. Fu il suo rapporto stretto con la sua terra a spingerlo a tornare e a Mammola, sui ruderi del Tempio di Santa Barbara, decise di creare un luogo dove immagazzinare i colori dell’Aspromonte con l’influenza di Michelangelo. Nel cast, Francesco Paglino, Pino Torcasio, Enzo De Liguoro, lo scrittore Gioacchino Criaco (che interpreta sé stesso) e, per la prima volta sullo schermo, il giovanissimo Danilo Kononenko. L’assessore alla Cultura Alessia Alboresi, che ha fortemente voluto l’evento, ha salutato gli ospiti nella convinzione che appuntamenti di questo tipo servano alle comunità per creare una coscienza calabra che si fondi su principi di bellezza e armonia. Particolare soddisfazione è stata espressa dalla responsabile dell’organizzazione Francesca Marchese, presidente dell’associazione Le Sei Sorelle, che ha condiviso gli straordinari risultati raggiunti finora dal docufilm, elogiato dallo stesso Nick Spatari prima della sua scomparsa. «Questo film sta vivendo di una sua distribuzione naturale, chi lo vede ci invita a portarlo in altri luoghi».