Don Peppino era nato a Caloveto il 5 luglio 1914 da Luigi e Nicoletta Immacolata Curia, primogenito di otto figli, cinque maschi (Peppino, Francesco-Ciccio, per decenni indimenticabile docente di lettere alla Scuola Media Leonardo da Vinci di Rossano, Pietro, Giovanni e Lorenzo) e tre femmine (Annunziata, Saveria, Eva). A dodici anni don Peppino entrò in seminario a Rossano, per poi passare a completare la sua formazione in quelli di Catanzaro e di Reggio fino a quando il 31 luglio 1938 venne ordinato sacerdote a Catanzaro. Il successivo 7 agosto fece l’ingresso con l’abito talare a Caloveto dove celebrò la sua prima messa. Successivamente fu parroco anche a Longobucco e da questa esperienza sul paese silano maturò il libro “Pagine critiche e pagine storiche su Longobucco” apparso a puntate nel 1942 sulla “Nuova Rossano”.
Don Peppino, parlando di sé, confidava che si era fatto «mangiare la vita da tre passionacce: quella dello studioso, del docente e dello scrittore». Come docente per cinquant’anni insegnò in centri scolastici propri e altrui, prima in Calabria e poi a Roma. Nella Capitale, dove visse nella Casa Internazionale del Clero, lavorò per decenni. Era “ordinario” di latino e greco e “incaricato” di latinità cristiana per la Santa Sede. Grazie alla sua esperienza di insegnante, affabile e paziente, grande era l’attenzione che rivolgeva ai giovani ai quali era capace di trasmettere valori e principi utilizzando un linguaggio suadente e contemporaneo. Il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, che per la Santa Sede ricoprì anche l’incarico di ministro degli esteri, di lui diceva che «brillava per la sua viva intelligenza, per lo spaccato senso dell’humor e per la sua esemplare bontà sacerdotale».
Nella Città Eterna, negli anni ’70, fondò anche una Casa Editrice indipendente, la “Austri Partes Editrice”, con la missione di offrire una chances agli autori sconosciuti al fine di consentire loro la pubblicazione di lavori realizzati purché degni di attenzione e al contempo per ristampare quelle opere dì autori meridionali ormai esaurite e che l’industria editoriale trascurava o rifiutava di riproporre.
Sono frutto della sua grande cultura di latinista tre importanti pubblicazioni: “Il libro XV degli Annali di Cornelio Tacito. Introduzione e commento”, “Il latino cristiano”, “Prontuario di sintassi latina”. Ma se essere “maestro” di latino e greco potrebbe far pensare che don Peppino fosse una “persona pesante”, fuori dal tempo, bisogna ricredersi in quanto la sua sottile, arguta, provocatrice ironia, sornione e mite, che nella sua vita era una costante, affascinava e consentiva di ridere e sorridere innanzi tutto di se stesso, quindi degli altri.
Mons. Caliò ha scritto più di dodici libri con i quali è riuscito a descrivere con leggera maestria l’incanto della natura, i sentimenti reconditi delle persone, le vicende e il carattere degli uomini, utilizzando una prosa che riesce a toccare i sentimenti più profondi del lettore elevandosi spesso a poesia. Così è quando parla dei contadini, “gli uomini curvi”, come lui li definisce con un’espressione che è diventata il titolo di uno dei suoi romanzi più famosi, «curvi sotto il peso delle fatiche e della miseria millenaria, ma curvi anche perché bestie, che ancora non si sono erette, né davanti alla parola di redenzione di Gesù, né davanti alla dignità della civiltà umana».
A proposito di questo romanzo mons. Luigi Renzo dice: «Nella sua crudezza, solo apparentemente pessimistica, la narrazione si fa satira e denuncia: a quegli uomini prima curvi per l’indigenza economica (“curvi li rendeva il denaro”) ed ora tali per la sottomissione acritica al pensiero e alla volontà altrui, sarà la storia a rendere giustizia liberandoli da strutture e personaggi tronfi e schizofrenici».
Mons. Giuseppe Caliò è deceduto nella sua Calabria l’11 dicembre 2001 e oggi riposa nell’amata Caloveto dove aveva fondato insieme ad alcuni amici il Centro Studi “Calibytense nostrum”, al quale ha donato la sua grande biblioteca raccolta in tanti anni di studio e di ricerche.
(sul sito https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/libri-giornali-articoli/autori/libri-e-articoli-di-giuseppe-calio/ sono presenti alcuni dei libri di mons. Giuseppe Caliò liberamente scaricabili e articoli sulla sua opera)
Martino A. Rizzo
I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C
Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a
Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica
sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato
il romanzo Le tentazioni della
politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri
del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito
www.anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione
dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,
Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,
Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.
Da fotografo dilettante cerca di cogliere
con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio
e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie
su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.