Il 14 maggio 2021 il via ai lavori e l’annuncio: termineranno tra 730 giorni. L’ultima beffa di un’opera iniziata quasi 12 anni fa e ancora lontana dal vedere la luce
Il termine è arrivato e, come sempre in questa storia, non è sinonimo di fine. Perché di finito, nell’eterno cantiere della strada provinciale 197, non c’è nulla. Tre lotti, compresi tra lo svincolo di Tarsia dell’A2 e la frazione Cantinella di Corigliano-Rossano, sono ciò che resta di un progetto molto più ambizioso naufragato alle porte di Cosenza, dove di quel progetto non resta più nemmeno il ricordo.
Di questi tre lotti, l’ultimo di quella che in un’altra era fu annunciata come «opera storica» non è mai stato avviato e chissà se mai lo sarà visto che allo stato attuale non si ha notizia dei soldi necessari per realizzarlo. A nostra precisa domanda in merito, poco meno di due anni fa, l’allora presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci così rispondeva: «Abbiamo già messo a punto il progetto preliminare per poter chiedere il finanziamento alla Regione. Vedremo se i soldi arriveranno»
Vedremo, forse, ma non adesso. Adesso è però il caso di tirare le somme di quest’ultimo biennio e lo è per un motivo preciso che è quel termine di cui sopra, la data di scadenza impressa sul cantiere del secondo lotto: 730 giorni a partire dalla consegna dei lavori avvenuta il 14 maggio 2021. «Due anni abbiamo detto e due anni saranno. Finiremo quello che abbiamo iniziato, su questo la Provincia sarà rigorosissima», rassicurava Iacucci mostrando sicurezza di fronte alle legittime perplessità generate da un percorso temporale che – così come quello d’asfalto che attualmente porta da Tarsia a Corigliano-Rossano – è tutt’altro che lineare.
Partito nel 2011, più di dieci anni dopo è ancora lontano dall’approdo a una conclusione soddisfacente, distante anni luce e in maniera probabilmente irrimediabile dalla promessa fatta dall’allora presidente della Provincia Mario Oliverio in un settembre di cui resta traccia tra i comunicati pubblicati sul sito dell’ente cosentino di piazza XV Marzo, oltre che nei sogni infranti di decine di pendolari: «La Cosenza-Sibari è pensata nell’ambito del più vasto progetto di collegamento che prevede un altro intervento dalla zona Carrefour in Zumpano sino a Tarsia e quindi da Tarsia sino a Cantinella di Corigliano. Una via che si muoverà sulla destra del fiume Crati, che alleggerirà il traffico sull’autostrada e che permetterà di raggiungere la città jonica, da quella capoluogo, in 22 minuti».
E sì, fa male ma tocca rigirarlo il coltello nella piaga rivangando ancora una volta quei 22 minuti dei quali 12 anni dopo non restano che un ricordo vago nella memoria umana ma ben custodito in quella di un web che nulla dimentica e che, opportunamente interrogato, non sa tenere la bocca chiusa.
Di quel «più vasto progetto» oggi non restano che questi tre lotti: dallo svincolo di Tarsia alla diga, dalla diga a Terranova da Sibari, da Terranova da Sibari a Cantinella
Ne restano, anzi, due più il terzo “fantasma” ma per il quale è almeno lecito mantenere viva la speranza.
I primi otto chilometri tra lo svincolo dell’autostrada e la diga avrebbero dovuto essere completati entro la fine del 2013. Un investimento di 30 milioni di euro. I «ritmi» dei lavori, secondo quanto riportano le cronache dell’epoca, alimentavano la fiducia. Ma il primo taglio del nastro avviene solo a novembre 2014 e riguarda poco più di un chilometro di strada che Mario Occhiuto, nel frattempo subentrato a Oliverio alla guida della Provincia, saluta come «un’arteria importante».
I benauguranti ritmi di partenza hanno evidentemente subito un rallentamento, ma la vera spina nel fianco del lotto iniziale è la galleria “Cozzo Castello”. Una spina che non è ancora stata estratta, dato lo stato in cui si mostra a tutt’oggi quest’opera il cui scavo fu avviato il 23 ottobre 2012: reti arancioni a interdire il transito sui due viadotti d’ingresso e d’uscita. A distanza di così tanto tempo, a vederla all’interno sono stati solo i partecipanti alla cerimonia tenuta, con tanto di benedizione, il 4 dicembre 2013 in occasione dell’abbattimento dell’ultimo diaframma. La paralisi è dovuta a un contenzioso con la ditta esecutrice dell’appalto. Che però avrebbe dovuto risolversi felicemente dopo l’avvio della procedura di rescissione del contratto permettendo di terminare i lavori. «Ci prepariamo a completare il primo lotto con le ultime cose che mancano: tappetino, segnaletica e illuminazione della galleria. Entro fine anno chiuderemo questa storia». Sono sempre parole di Iacucci e l’anno è sempre il 2021.
Intanto la Provincia cambia volto e il cantiere della sp 197 passa (di nuovo) di mano.
Con il suo carico di problemi irrisolti, promesse mancate e speranze da non lasciar morire. Il programma di governo targato Rosaria Succurro viene approvato negli ultimi giorni di luglio 2022 e tra i suoi punti principali ha proprio la viabilità e l’ammodernamento dell’intera rete stradale del territorio. Un mese dopo, scarpe sportive ai piedi e caschetto giallo in testa, la nuova presidente inaugura sorridente il completamento dello scavo della seconda delle tre gallerie previste lungo tutto il tragitto, “Serra Castello”, «la quale – si legge nel comunicato che ne dà notizia – andrà in esercizio nei prossimi mesi».
La storia insegna e Succurro si mantiene prudentemente vaga coi tempi. Ma a pesare è quel termine di 730 giorni promesso a suo tempo. Che scade oggi e nessuno reclama così come fatto – giustamente – per i meriti quando questi venivano messi in piazza nell’euforia dell’avanzamento dei lavori. I mezzi di cantiere intanto proseguono nel loro viavai, tra la polvere sollevata e gli automobilisti spalmati sui sedili in attesa che il semaforo posto a regolamentare il traffico sulla corsia unica dia finalmente il via libera. Il primo, perché poi c’è da affrontare anche il secondo. E a meno di non beccare l’onda verde, meglio rilassarsi al canto degli uccelli e calcolare circa mezz’ora in più di viaggio. Altro che 22 minuti.
di Mariassunta Veneziano fonte LACNEWS24