CARIATI. Quando nel lontano 1998, di rientro dalle nostre esperienze di formazione nel resto d’Europa, decidemmo di avviare tra le otto torri sullo jonio di un centro storico all’epoca scarsamente frequentato, l’esperimento di quella che sarebbe diventata negli anni la più grande scuola estiva in management dell’identità mai organizzata in Calabria, di quella genuina follia il professore Franco Liguori fu uno dei sostenitori più appassionati, entusiasti e militanti. Fu lui ad agganciare saldamente quella nostra intuizione e quella avventura originale alla Storia, alla grande storia ed a quella della terra e del territorio in cui quel manipolo di universitari Erasmus della Sibaritide decise di ritornare per sfidare e sconfiggere il tabù del sentirsi e viversi come periferia di altri mondi.
È quanto dichiara Lenin Montesanto a nome suo personale e di tutta la grande rete di soci, amici, simpatizzanti e sostenitori che in oltre 25 anni hanno impreziosito il laboratorio culturale e provocatorio di Otto Torri sullo Jonio, ricordando con grande e forte affetto, assieme alle qualità note ed indiscusse del ricercatore e dello storico dal rigore elevatissimo soprattutto per ciò che attiene la forza e sostanza delle fonti, anche e soprattutto – continua – il profilo umano di un vero e proprio amante viscerale della storia, delle storie e di tutti i suoi dettagli, spesso anche quelli più divertenti ed inediti, capaci di scatenare parallelismi, ironie e contestualizzazioni imprevedibili.
A noi ventenni che lasciavamo le capitali del centro-nord Europa carichi di prospettive e che ai nostri coetanei non italiani proponevamo Cariati, il Crotonese, la Sibaritide e la Calabria come piattaforme competitive ed inedite per accogliere e sollecitare incontri, confronti e formazione sull’identità, Franco Liguori divenuto subito nostro amico – prosegue il direttore di Otto Torri – iniettò letteralmente la voglia, la sicurezza e l’orgoglio di poter radicare con autorevolezza alla storia universale, senza vittimismi e senza piagnistei, la narrazione identitaria e distintiva, emozionale ed esperienziale che allora noi avviavamo della nostra terra natia, tutta intera e senza municipalismi.
È con questo spirito condiviso, con un trasporto umano ed una partecipazione personale che sin dalle prime tappe è andata al di là della sua impeccabile e puntuale consulenza storica, più che la sicura guida storica ufficiale dell’Euromed Meeting per tutte le sue edizioni fino al 2012, Franco Liguori divenne sostenitore convinto di Otto Torri sullo Jonio ed amico personale di tutte le centinaia e centinaia di partecipanti a quella scuola estiva che segnò la vita, la formazione e l’esperienza di molti di noi e, noi crediamo, dello stesso Professore in quegli anni.
Era sempre con noi, ovunque, negli itinerari cittadini ed in quelli per tutta la Calabria, nelle lezioni ufficiali e nei momenti fuori aula, dalle degustazioni ai concerti. Ed ogni occasione diventava utile e bella per il professore Liguori e per noi per estrapolare – aggiunge – aspetti e dettagli delle sue narrazioni ufficiali e quindi proseguire con l’ironia ed il sorriso sornione di cui egli era dispensatore nella rilettura in chiave contemporanea di fatti e conseguenze della storia seria, quella da manuale.
Franco Liguori ci ha fatto apprezzare il senso, il piacere ed anche il divertimento della Storia, anche e soprattutto quella cosiddetta minore, quella territoriale e regionale, da saper raccontare ed anche desacralizzare quando necessario; ed egli vi è riuscito – sottolinea – con una generazione cresciuta come purtroppo le precedenti, nelle scuole della Repubblica, a pane, universalismo ed oicofobia. 25 anni fa Liguori ci ha scatenato addosso il piacere di poter presentarci diversamente da calabresi al resto del mondo e di poter usare anche e soprattutto la nostra storia e identità, in particolare quella distintiva, per attrarre, accogliere e stimolare i nostri ospiti e fare quindi marketing territoriale.
Per tutto ciò, per l’amicizia e la stima accresciutasi e consolidatasi negli anni, per aver inscritto con le sue pubblicazioni giornalistiche ed i suoi preziosissimi libri, nella storia di Cariati e del territorio l’esperienza virtuosa ed inimitata del Meeting Euromed e per aver rappresentato uno fra i pochi riferimenti culturali di questa terra, stringendoci agli amici ed ai familiari in questo momento di distacco improvviso e prematuro, porteremo sempre con noi il suo ricordo ed il suo insegnamento, augurandoci – conclude Montesanto – di poterne fare seme per le generazioni attuali e future.
Comunicato stampa