CORIGLIANO ROSSANO – Leggo con stupore la replica fuorviante del senatore Ernesto Rapani sul Carcere di Corigliano Rossano. L’esponente meloniano fornisce – volutamente? – numeri sbagliati relativamente ai nuovi agenti impiegati nell’istituto penitenziario come se stesse giocando al Lotto invece di trattare con la dovuta attenzione un argomento tanto serio quanto importante per tutta la comunità carceraria.
Partiamo dal dato inconfutabile: attualmente il personale effettivo impiegabile nel carcere di Corigliano Rossano è di 53 unità maschili e 7 unità femminili, con una carenza effettiva che raggiunge circa il 45%.
Nel 2023, 11 unità di polizia penitenziaria sono state spostate in altra sede, a fronte di 17 unità (16 uomini e 1 donna) arrivati nella struttura.
Di queste 17 unità, 4 lavoravano già in questo reclusorio e ora sono stati stabilizzati, 4 unità sono in forza presso il GOM, 2 unità risultano fruitori di provvedimenti di distacco presso altre sedi.
Dunque, sono stati assegnati questa struttura solo 7 unità (6 maschi e una donna) a fronte delle 11 unità in uscita.
A queste 7 unità vanno aggiunte altre 7 unità provenienti dal corso: 3 unità maschili e 4 femminili.
Importante considerare che l’organico femminile in questa struttura è previsto nel n° di 3 unità, poiché – come saprà anche Rapani – è un istituto priva di sezioni femminili, dunque le donne non possono essere impiegate all’interno delle strutture detentive. Eppure all’interno della struttura vi sono invece 11 unità femminili.
In conclusione dunque delle 17 unità di personale arrivati in struttura nel 2022 solo 6 unità maschile e 1 femminile risultano essere in effettivo incremento nel conteggio della forza operativa.
A queste è giusto aggiungere 3 unità maschili e 4 femminili provenienti dal corso, per un totale di 14 unità (9 maschili e 5 femminili), a fronte delle 11 in uscita. Si registra un incremento di 3 unità che comunque porta ad un bilancio negativo in quanto a fronte di 11 unità maschili usciti, ne sono entrati 9 (meno 2 unità), mentre il personale femminile in ingresso fa registrare un + 2 unità.
L’incremento complessivo delle unità riguarda solo il ruolo femminile che in questi istituti, si ribadisce, non può essere impiegato all’interno delle sezioni.
A fronte di questo doveroso conto della serva, vorrei concludere spiegando al senatore Rapani che la mia giovane età non mi impedisce di studiare a fondo le questioni che investono il mio ruolo istituzionale. E che al contrario del senatore, non ho bisogno di raccontare frottole per nascondere le mancanze di atti concreti.
Presidente del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle