Nella Sibaritide si staglia un’enorme incognita per gli agricoltori locali. La campagna agrumicola di quest’anno è in attesa, con una crescente ansia, dei primi segnali che giungeranno verso la fine del mese. Gli agricoltori si preparano a sfidare una serie di ostacoli, dall’andamento dei prezzi al sempre presente “ragno rosso,” (acaro che si combatte con l’uso di fitofarmaci) cercando di bilanciare i costi di produzione che sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni. Uno dei problemi più pressanti che gli agricoltori di agrumi della Sibarite affrontano è il prezzo di vendita dei loro prodotti, bloccato a una cifra irrisoria di 30 centesimi al chilo da oltre un quinquennio. Questo prezzo basso mette gli agricoltori in una situazione finanziaria di alta esposizione, considerando gli aumenti dei costi di produzione. Gli agricoltori devono affrontare costi crescenti per coltivare e proteggere i loro agrumi.
La lotta contro il “ragno rosso,” un acaro che danneggia le piante e la buccia dei clementini, richiede l’uso di fitofarmaci che possono costare dai 50 ai 60 euro al litro, con una media di 2 bottiglie necessarie ogni 10 quintali di agrumi. A ciò si aggiungono le spese per la potatura, l’aratura del terreno, l’irrigazione (che è aumentata a causa dei rincari dell’energia elettrica e dei cambiamenti climatici), il costo dei fertilizzanti (aumentati dal 40% all’80%), e le spese per il personale agricolo. L’accumularsi di questi costi mette gli agricoltori in una posizione finanziaria sempre più difficile. Gran parte delle difficoltà che gli agricoltori sibariti affrontano è dovuta al dominio della grande distribuzione che impone i prezzi, compresi quelli degli intermediari, spesso pronti a speculare sui prezzi dei prodotti agricoli. I produttori, a causa della mancanza di potere contrattuale, si trovano a subire i “ricatti” di un mercato che gioca al ribasso, mettendo ulteriormente in difficoltà i loro margini di profitto. La fase decisiva per gli agricoltori inizia verso la fine di ottobre, quando iniziano le vendite. Solo allora si potrà conoscere l’esito delle vendite e valutare come gli agricoltori della Sibaritide si relazioneranno ai prezzi di mercato. In caso di proposta troppo bassa, e quindi al diniego dovuti a costi irrisori, il produttore ha anche il problema dello smaltimento dei prodotti invenduti, un ulteriore costo e una preoccupazione per gli agricoltori. Nonostante le sfide che gli agricoltori di agrumi affrontano, ci sono notizie confortanti sul fronte delle produzioni di pesche e albicocche. La carenza di questo prodotto ha contribuito a far aumentare i prezzi di vendita, che sono stati in media intorno all’euro, rispetto ai 50/60 centesimi dell’anno precedente. Questo incremento dei prezzi offre un respiro di sollievo per gli agricoltori che coltivano queste colture.