Quello che stiamo vivendo da molti giorni a Rossano, ha davvero dell’incredibile. Dispiace soprattutto che coloro i quali dovrebbero garantire la legalità, assecondano un sistema, che dicono di esigenza e ogni giorno, sempre di più si ha la prova di essere corrotto e non più garantista e rispettoso delle leggi. Ma a cadere in questo sistema è proprio lo stesso Stato, che inasprisce sempre più contro il popolo, mentre lo stesso sotto l’effige di una insana democrazia, si cela quella di una sempre più visibile e non più tollerabile dittatura. A proprio piacimento disfa il tessuto sociale, trascinando sempre più il popolo, i cittadini, alla disperazione e alla rabbia, portandolo sempre più alla rappresaglia. Ci troviamo a essere attori, purtroppo protagonisti, come nel film con Denzel Washington “Codice Genesi”, dopo l’ultima guerra, un uomo attraversa in solitudine la terra desolata che un tempo era l’America. Intorno a lui città abbandonate, autostrade interrotte, campi inariditi – i segni di una catastrofica distruzione. Non c’è civiltà, né legge. Le strade sono in mano a bande che ucciderebbero un uomo pur di togliergli le scarpe, o per un po’ d’acqua ma anche senza motivo. Stiamo avvicinandoci piano piano a quel tipo di contesto sociale privo di ogni legalità, dove l’unica legge è quella della strada dove ognuno si fa giustizia da solo. Il malcontento dei cittadini è tanto perché tante sono le cose che non vanno. Sanità, Sicurezza, Tasse, (in)Giustizia, clandestini. Lungi da me e da noi, usare il termine “immigrazione”, “migranti”, “accoglienza”. È un’accozzaglia, un miscuglio di interessi che oramai non sono più neanche così nascosti. Forse in tempi in cui senza internet le uniche notizie su cui fare affidamento, erano tg e giornali ma, oggi così non è, quindi sappiamo tutti della pioggia di euro corrisposta a chi parla di beneficenza ma è solo guadagno. Perché stiamo invitando tutta questa tipologia di benefattori ad occupare nei loro alloggi, nelle loro stanza di hotel, nei loro centri di varia natura, le tante persone che a Rossano vivono in condizioni disagiate e disadattate. Dei bambini cui la povertà ha tolto il diritto di essere bambini, di essere figli, il diritto allo studio. Se un prefetto, si prende la responsabilità di usufruire di locali ritenuti non idonei, come da controllo del sindaco nei giorni scorsi, al quale va il nostro plauso per la gestione della querelle in atto, il quale ha già ampiamente spiegato le motivazioni e grazie alla segnalazione dei residenti per altre motivazioni inerenti ai locali che saranno utilizzati per i clandestini, ci piace poco la presa di posizione in maniera così netta e autorevole del prefetto, nel voler per forza di cose sistemare dei clandestini. Non mancano gli esempi da nord a sud, di presidenti di Regioni, di presidenti di Province, di Prefetti e Sindaci che con molto giudizio e coraggio, hanno optato per il diniego a queste fantomatiche accoglienze. Come non ricordare le parole di Marie Le Pen “il buon senso viene scambiato per razzismo, la follia per altruismo”, che suonano come campane a morte. Si, la morte di una città, che sta già diventando terra di degrado e disagio sociale, dove tutto è dovuto ad una causa scatenante: invasione forzata di clandestini. La nostra solidarietà va all’ex sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti, uno di quei sindaci che con coraggio ha sempre evitato che a Rossano, si mettesse in moto il business della clandestinità e quindi dell’illegalità. Solidarietà causa dei vili attacchi sulla stampa davvero fuori luogo e senza senso, per opera di chi, farebbe carte false, che non le abbia
già fatte? – chiediamo – pur di annoverarsi e accreditarsi facili guadagni dalla speculazione in atto nel portare a casa nostra dei conclamati clandestini? Stonano e non poco le parole dolci e velate nei confronti di clandestini che vogliono accogliere nelle proprie strutture, che tanto sa di presa per i fondelli, nascondendo ben altro fine? Perché, non siamo noi ma la cronaca di tutti i giorni a far notare che non scappano da nessuna guerra, perchè ancora facciamo notare, che la cronaca, fa risaltare quanto questi non siano per niente denutriti e malconci dalla guerra e dalla povertà. Per questo ancora, facciamo notare, come riporta la cronaca, che la loro “venuta” avviene solo per motivi di business, messo in moto da soggetti ben noti. Naturalmente, avvieremo come nel nostro modus operandi, una serie di denunce a tutti i soggetti coinvolti, perché per il fine di un singolo non si può gettare una città nel disagio e degrado sociale. Di questi clandestini non si conosce nulla, non sono identificabili, non si conosce se nel loro paese hanno commesso reati e/o crimini e di che tipo e gravità, non si conoscono le loro condizioni sanitarie e se, come già accaduto in precedenti sbarchi in tutta Italia e alla nostra vicina Corigliano, sono portatori di malattie infettive. Non è assolutamente possibile permettere a chicchessia, di arrogarsi il diritto di poter prendere scelte così importanti e delicate mettendo in pericolo un’intera città. Le nostre contestazioni, sono tutte indirizzate da sempre in questo senso, perché a oggi, mentre ancora tutti parlano di ghettizzare o non ghettizzare, di accogliere in maniera diffusa e non diffusa, noi da sempre, ne facciamo una questione di sicurezza e di sanità. Ma non solo, anche di economia di un territorio già martoriato e impoverito, laddove questi clandestini, sono più utilizzati in sostituzione della manovalanza locale, perché pagati con pochi spiccioli o non pagati, a discapito degli operai locali che ben altro inquadramento devono avere, per legge ai fini lavoratovi e quindi più costosi per gli pseudo imprenditori. Credo che con questo, abbiamo risposto a tante sciocchezze e nefandezze lette e ascoltate, a 360 gradi, facendo ben notare e ricordare, che Rossano non è dei clandestini portati dall’altro capo del mondo ma è dei rossanesi. E se questa non è la premessa, credo che già ci si può dimenticare della città del Codex, del turismo, dell’agricoltura e di quei pochi indotti occupazionali che spingono l’economia della nostra città.