Quello che è stato denunciato e definito in tempi non sospetti “il terzo scandalo di Bucita” è ormai accertato dalle autorità competenti: nella discarica di Rossano si è dato vita, negli anni scorsi, allo smaltimento illegale ed ad un traffico illecito di rifiuti che ha visto la colpevole partecipazione di pezzi delle istituzioni e dell’imprenditoria.Questo noi lo abbiamo affermato in conferenza stampa già il 2 Aprile del 2014 (https://youtu.be/AB0cwwBRCeU), cioè ben prima delle rivelazioni della Procura di Reggio Calabria, facendo riferimento proprio alla fase di commissariamento ed in continuità con tutte le attività di denuncia e di appello alle forze pulite dello Stato (se ce ne sono) dai blocchi del 2009 fino ad oggi.Non solo. Pochi mesi dopo abbiamo sostanziato con i numeri, carte alla mano, che alle spalle dei cittadini rossanesi e di tutta la piana di Sibari si è consumato un business ignobile che ha permesso l’ingresso di almeno 60 mila metri cubi di rifiuti ignoti, potenzialmente pericolosi, in quella discarica. Significa non avere alcuna certezza su cosa sia stato interrato a pochi metri dal centro abitato ed a pochi chilometri dal mare in cui portiamo i bambini a nuotare. Fa male ma è così.
Ci siamo appellati a tutte le istituzioni possibili ed immaginabili, dal Sindaco alla Prefettura, fino alle Procure della Repubblica su questa vicenda specifica, ma se non fosse stato per l’importantissima inchiesta della procura di Reggio Calabria che ha visto il coinvolgimento del commissario Sottile e di chi lavorava nella discarica di Rossano in quegli anni, noi avremmo predicato nel deserto. Ci chiediamo ad alta voce: ma la Procura di Castrovillari, in tutto questo, la quale ha ricevuto continue segnalazioni, esposti, denunce sulle discarica di Rossano e sulla discarica di Scala Coeli, perché non ha mai mosso un dito su queste vicende? Perchè i rifiuti, per certi uffici, sembrano un argomento tabù?
Ma quello di individuare e condannare i colpevoli è, per noi, un obiettivo secondario. Per quanto ci riguarda gli indagati potrebbero finire tutti assolti senza cambiare la sostanza delle cose e cioè che esiste un problema ambientale, sanitario ed economico intorno al polo tecnologico di Bucita.Per questo abbiamo chiesto accoratamente che di questa faccenda se ne occupi la massima espressione democratica della città, cioè il Consiglio Comunale, prendendo posizione su un traffico di rifiuti illecito ormai innegabile che ha danneggiato e continua a danneggiare la nostra comunità. Appello caduto nel vuoto ormai da 8 mesi. Ed anche qui non possiamo non chiederci: perchè? Ci sono forse interessi da tutelare, responsabilità da coprire? Vorremmo essere sicuri di sbagliarci ma il comportamento delle istituzioni, purtroppo, non ce lo consente.Ed ancora ci siamo appellati alla Prefettura, quella stessa Prefettura che si adoperò negli anni scorsi (e si adopera puntualmente) per scongiurare problemi di ordine pubblico ogni qual volta c’era da aprire una discarica, da effettuare abbancamenti eccezionali, da condonare strade e progetti se funzionali allo smaltimento di rifiuti, cioè quell’ufficio governativo che è stato funzionale alle nefandezze di quegli anni persino sgomberando le sacrosante rimostranze popolari con la forza. Perché quella stessa prefettura, oggi che è ormai indubbio chi aveva ed ha ragione, resta in silenzio, immobile?È ormai evidente, alla luce dei fatti e del tempo trascorso, che tutti coloro che rivestono incarichi istituzionali e che non assumono una posizione forte su questa vicenda sono consapevolmente o inconsapevolmente complici di quanti hanno lucrato sul lavoro, sulla terra e sulla salute della nostra comunità.La Regione Calabria, quindi il Presidente Oliverio ed il Dipartimento Ambiente, hanno il dovere inderogabile di avviare immediatamente un piano di caratterizzazione a tappeto, approfondito, sull’intera area del polo tecnologico di Bucita. In caso contrario, nel massimo rispetto della legalità ma anche della dignità e dell’intelligenza di un territorio, il comitato valuterà l’idea di avviare una mobilitazione specifica su questa rivendicazione. fonte comunicato)