Le storiche levatrici di Rossano, racconto di Martino A. Rizzo

«A te ti ha fatto nascere donna Paolina», oppure «a te ti ha preso donna Palma», così una volta le mamme raccontavano ai propri figli la loro venuta al mondo e delle levatrici che le avevano assistite durante il parto. Infatti fino a quando non fu istituito nell’ospedale cittadino il reparto di ginecologia, a Rossano si nasceva in casa e le partorienti erano assistite dalle levatrici, figure chiave in una comunità.

Donna Paolina, donna Palma, donn’Anna, fino agli anni ’50-’60, sono state le levatrici storiche di Rossano. Man mano che andavano in pensione, sono state sostituite, ma sono loro che per decenni hanno fatto nascere la stragrande maggioranza dei rossanesi. E a Rossano nessuno ha mai conosciuto il loro cognome, non era importante, bastava pronunciare solo il loro nome, preceduto, in segno di rispetto, dal “donna” per individuarle.

Se si va a leggere l’Annuario Sanitario del 1924 si ritrovano tra le levatrici di Rossano Palma Concolini e Paola Sancricca, titolari delle Condotte Ostetriche, insieme ad altre due levatrici Matilde Garzi Nebbiolo e Ida Scalabrini. Ancora, nel 1932, secondo l’Annuario Generale d’Italia e dell’Impero, operavano a Rossano le levatrici Palma Concolini, Paolina Sancricca e Matilde Garzi Nebbiolo. Poi nel 1938 arrivò in Città anche Anna Conti.

La storia delle levatrici nel nostro paese risale all’Unità, infatti fatta l’Italia si avvertì l’esigenza di dettare delle regole per i parti al fine di garantire ai nascituri condizioni igieniche più appropriate. Così il 10 febbraio 1876 venne approvato il “Regolamento delle Scuole di Ostetricia per levatrici” e con la legge sanitaria Crispi del 1888, vennero stabilite le condizioni necessarie per poter esercitare la professione di levatrice. In tal modo la storia medica registrò il passaggio dalla vammana, alla levatrice. Le vammane non erano delle professioniste ma delle praticone, generalmente donne anziane che mettevano la loro esperienza a disposizione delle giovani per facilitare il parto.

Col Regio Decreto n. 466 del 1906 vennero istituite altresì le “Condotte Ostetriche” per garantire l’assistenza durante il parto a tutte le donne, comprese le non abbienti, e tale istituto resistette fino alla riforma sanitaria del 1978. C’è da aggiungere che nel 1937 il titolo di levatrice venne sostituito con quello di ostetrica e contemporaneamente venne fissato un nuovo regolamento per l’esercizio professionale.

La prima città d’Italia ad avere una scuola per levatrici fu Torino, e poi Bologna, Firenze, Verona, Milano, Venezia e così via, città sedi della facoltà di medicina dove l’insegnamento teorico era gestito dai chirurghi, a cui seguiva un tirocinio pratico.

Per le rossanesi comunque le scuole di ostetricia erano lontane e nessuna ritenne di frequentarle e, poiché i posti nelle condotte di ostetricia venivano affidati con concorso pubblico, le levatrici che operarono in quegli anni a Rossano erano tutte “forestiere” che, arrivate giovanissime a Rossano si fidanzarono e sposarono con i giovani del posto.

Donna Paolina Sancricca era una marchigiana nata a San Ginesio, il 23 agosto 1892, che dopo aver frequentato la scuola per levatrice aveva vinto il concorso per la condotta ostetrica di Rossano e giovanissima vi si era trasferita, sposando successivamente il rossanese Pietro Mingrone col quale ebbe tre figli. Donn’Anna Conti, detta dai rossanesi la “Pilirussa” per via del colore dei suoi capelli, era nata a Urbino il 2 dicembre 1909 e aveva preso servizio come levatrice a Sant’Angelo Le Fratte (PZ), dove si era innamorata del rossanese Mariano Aloe,  che si trovava in quella città come vice segretario comunale, che aveva poi sposato seguendolo quindi a Rossano.

Gli anni vissuti a Rossano dalle nostre levatrici furono gli anni critici tra le due guerre, caratterizzati da una povertà diffusa, assistenza sanitaria ancora agli albori, una viabilità all’incirca come quella ereditata dall’800 e la motorizzazione che arrivò solo negli anni ’50-’60. In questo contesto diventava veramente difficile esercitare la professione nei casi in cui – per esempio –  si dovevano gestire due o più assistite che si accingevano a partorire nello stesso giorno e magari nella stessa fascia oraria. Allora la levatrice doveva correre da una casa all’altra. La professione era ancora più difficoltosa per Anna Conti che, residente allo Scalo, spesso veniva chiamata di notte ad assistere puerpere che vivevano nelle campagne circostanti. In questo caso bisognava spostarsi con le carrozze. Poi un bel giorno acquistò una Balilla che, guidata da un autista, le consentì di meglio raggiungere le località lontane. In periodi di assoluta indigenza per alcune fasce sociali, le levatrici spesso si trovavano a dare assistenza al parto in abitazioni prive delle più elementari condizioni igieniche, alcune volte mancanti anche dell’energia elettrica e così il loro lavoro acquisiva un nonsoché di eroico. Per tali ragioni e per l’assoluta dedizione alla professione sono state tante le amministrazioni comunali, riconoscenti, che hanno avvertito il dovere morale di intitolare vie e piazze alle loro storiche levatrici, operatrici che hanno contribuito a far venire alla luce intere generazioni e che pertanto sarebbe stato irriconoscente relegare nell’oblio.

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo è un grande curioso di storie e avvenimenti rossanesi,

coriglianesi e più in generale calabresi e gli articoli che prepara per Informazione & Comunicazione

non sono altro che il risultato delle ricerche utili a soddisfare queste sue curiosità.

Frutto di tale attività è stata anche la realizzazione del sito

www.AnticaBibliotecaCoriglianoRossano.it che ormai si è meritato un posto di rilevo

tra i siti contenenti libri, articoli e fotografie sulla Calabria, tutti liberamente scaricabili.

Una risposta

  1. Ricordo di aver sentito il nome di Donna Palma. Forse fu lei a farmi nascere anche se la nonna con i suoi otto figli qualcosa doveva pur saperla

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