“È giunto il momento di dar vita ad un’epoca nuova per l’Arberia di Calabria e di sostenere un rinascimento di tutte le comunità arbëreshë diffuse in Italia– ha affermato il Commissario Straordinario della Fondazione Istituto Regionale Comunità Arbëreshe di Calabria, Ernesto Madeo, in occasione di un incontro svoltosi in Sala Zuccari, nel palazzo del Senato della Repubblica, sul tema dell’istruzione ela comunicazione per la tutela della minoranza linguistica storica arbëreshe –. Per realizzare questa storica opportunità è necessario rimuovere i residui di qualche atavico individualismo localistico per ritrovarsi coesi come unica comunità intorno ad un progetto di sviluppo organico, spinto dalla forza di un sentimento fraterno di partecipazione e rappresentanza collettiva e motivato, soprattutto, dalla prospettiva di tutelare e valorizzare con voce più forte l’identità di una storia nobile, fatta di valori e tradizioni da manifestare e rafforzare all’interno delle distinte e singolari realtà arbëreshe sparse in tante regioni d’Italia. Questa è un’epoca matura per creare e promuovere favorevoli rapporti di scambio economico-commerciale e di sviluppo sociale e culturale con tutta l’area dei Balcania cui sono legate le origini delle nostre comunità”.
L’intervento di Madeo, anche Sindaco di San Demetrio Corone, località della provincia di Cosenza conosciuta nel mondo come capitale dell’Arberia, è servito a ribadire anche il ruolo centrale e istituzionale della Fondazione istituita dalla Regione Calabria.
In occasione dell’incontro romano, dopo aver illustrato ai presenti un resoconto dettagliato dell’incontro bilaterale tenuto con il Presidente della Repubblica, Bajram Begaj, e della presenza di una delegazione di 200 persone dei comuni arbëreshë che hanno partecipato alla speciale Giornata dell’Arberia di Calabria nella Settimana d’Italia in Albania, organizzata dall’Ambasciata italiana a Tirana e svoltasi nella prima settimana di giugno, il Commissario Madeo ha evidenziato che tutto questo lavoro di illuministica costruzione dei rapporti con i fratelli d’oltremare deve partire e focalizzarsi sulla tutela e divulgazione della lingua arbëreshe, specie tra i bambini e le giovanissime generazioni, soprattutto alla luce dei ripetuti allarme di estinzione della lingua nell’arco di qualche decennio lanciati dall’UNESCO.
“L’impegno, che spetta certamente alla scuola e alla comunità civile – ha ribadito Madeo nel suo intervento – deve partire innanzitutto dall’interno delle famiglie, dalla formazione e trasmissione quotidiana delle parole e delle espressioni della nostra lingua. Bisogna andare oltre quanto fatto sinora e promuovere congiuntamente una progettualità baricentrica che proponga alle istituzioni nazionali, regionali e comunitarie una nuova Agenda delle esigenze contemporanee delle comunità arbëreshe, oltre le tutele previste dalla Costituzione o dalle leggi regionali che si occupano della tutela delle minoranze linguistiche”.
A tal proposito, nell’esaltare il lavoro di promozione dell’Eparchia di Lungro per la diffusione e l’apprendimento nei comuni e nelle scuole della lingua arbëreshe, Madeo ha sottolineato di sottoscrivere pienamente la proposta dello studioso Pierfranco Bruni di creare una koinè unica della lingua italo-albanese, per uscire dal problema di una diversità delle lingue parlate locali che hanno una loro esercitazione grammaticale, sintattica e ortografica (Comunicato stampa).