L’incidente ferroviario avvenuto a Thurio di Corigliano Rossano ha causato la morte di due persone, la capotreno Maria Pansini e il conducente 24enne del camion che è stato travolto dal treno. I tecnici del NOIF hanno svolto in queste ore dei sopralluoghi di accertamento avvalendosi del supporto logistico del personale della polfer. L’obiettivo è risalire all’esatta dinamica dell’incidente e alle cause. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti: un guasto all’impianto di segnalazione del passaggio a livello: in questo caso, il camion si sarebbe trovato sui binari senza che i segnali di pericolo fossero attivi o una manovra azzardata del conducente del camion? Per RFI, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana, l’impianto era funzionante. Il conducente del camion, il 24enne di origine marocchina ma radicato in Italia da molti anni, viveva con i genitori a Valentino Torio, in provincia di Salerno. Era un ragazzo serio, rispettoso e lavoratore stimato. In queste ore la famiglia è giunta in Calabria con atteggiamento composto, nonostante la tragedia. Nel frattempo il treno è stato rimosso dalla località di Thurio e condotto nell’area deposito di Sibari. La zona interessata all’incidente rimane sotto sequestro. Si sta valutando l’opportunità di riaprire al transito ma a velocità moderata. La vicenda è transitata in Parlamento con un intervento dell’on. Domenico Furgliele che sollecita interventi a tutela dei lavoratori e per efficientare la tratta, mentre il senatore Ernesto Rapani ha indetto una conferenza stampa per lunedì prossimo. S’invoca l’ammodernamento della tratta ferrata, anche in memoria delle due vittime cadute sul lavoro. Oggi lo sciopero generale del personale RFI, mentre il Ministro Salvini ha preannunziato un intervento di 500 milioni di euro per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie. L’incidente di Thurio ha riaperto il dibattito sull’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie italiane. La tratta ferrata interessata dall’incidente è una delle più trafficate della Calabria e si trova in una zona particolarmente accidentata.
La morte di Maria Pansini e le similitudini con un episodio del passato
I sindacati dei ferrovieri hanno chiesto un intervento urgente per migliorare la sicurezza della tratta, mentre i politici locali hanno chiesto al Governo di stanziare fondi per l’ammodernamento delle infrastrutture. Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha preannunciato un intervento di 500 milioni di euro per l’ammodernamento dei passaggi a livello. L’incidente di Thurio ha messo in luce la necessità di investire in sicurezza ferroviaria. La morte di due persone, una delle quali un giovane lavoratore, è una tragedia che non deve ripetersi. In un’atmosfera carica di dolore e rabbia, il mondo ferroviario è stato scosso dal drammatico incidente che ha portato alla perdita irreparabile anche di Maria Pansini, la capotreno che ha perso la vita. La tragedia, avvenuta con la stessa dinamica di un episodio del passato vissuto da Luigi Cacia, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei passaggi a livello e ha riportato alla luce le promesse non mantenute di eliminazione o messa in sicurezza di tali punti critici. Luigi Cacia ha condiviso il suo ricordo di un episodio simile avvenuto intorno all’anno 2000 nella stazione di Thurio. Quel giorno, un camion bloccato al passaggio a livello aveva rischiato di causare una tragedia simile. Fortunatamente, l’equipaggio a doppio agente era riuscito a evitare il peggio, ma il ricordo di quei momenti è tornato vivo nella mente di Cacia, ancora una volta, dopo l’incidente recente. Il dolore per la perdita di Maria è palpabile nelle parole di Cacia, che riflette sulla mancata realizzazione delle promesse fatte in passato per garantire la sicurezza nei passaggi a livello. «Purtroppo, erano solo promesse non mantenute», ha affermato Cacia. I ferrovieri non intendono accettare ulteriori compromessi sulla sicurezza e chiedono un’immediata azione per eliminare o rendere sicuri i passaggi a livello in tutto il territorio. La sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori deve essere una priorità assoluta, e la perdita di vite umane non può essere tollerata. L’incidente di Thurio, con la sua tragica somiglianza a quanto accaduto in passato, rappresenta un richiamo doloroso alla necessità di un cambiamento significativo nel sistema ferroviario. La protesta dei ferrovieri è un grido di dolore e di speranza affinché tragedie come queste non si ripetano in futuro.