A fuoco un fabbricato già sottoposto a provvedimento di sgombero nel febbraio del 2021. Una palazzina a tre piani, al tempo abitata da migranti e oggetto di un provvedimento di sgombero, è andata in fiamme nelle ultime ore, portando con sé dolore, paura e interrogativi sulla sicurezza e l’integrazione sociale. Già nel 2021, la palazzina era stata al centro di un’operazione di sgombero. Carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, polizia municipale e il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, si erano mobilitati per risolvere una situazione problematica. La struttura, oltre a essere considerata abusiva, presentava gravi problemi igienico-sanitari e di sicurezza. Dieci persone, in gran parte di origine nord africana e con alcuni membri dell’Est europeo, occupavano la struttura.
Nel tentativo di risolvere la situazione, il sindaco aveva emesso un’ordinanza in materia di pubblica sicurezza, impegnandosi a garantire soluzioni alternative per gli occupanti attraverso l’attivazione dei servizi sociali dell’ente. Si apriva così un difficile capitolo che, a distanza di due anni, sembra non aver trovato una chiusura positiva. L’incendio che ha coinvolto la palazzina è avvenuto a poche ore di ben due risse tra individui non identificati, contribuendo a creare un contesto caotico e difficile per le forze dell’ordine e i soccorritori. Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e il sindaco Stasi, ma la tragica escalation degli eventi ha portato a gravi conseguenze.