«Programmare e sostenere lo sviluppo del sistema agricolo regionale non è cosa semplice per tre ragioni; intanto perché proprio sull’agricoltura si appuntano molte delle speranze occupazionali ed economiche della Calabria, poi perché occorre investire una significativa quantità di risorse e infine perché nel Piano di sviluppo rurale trovano accoglimento sensibilità e punti di vista differenti che vengono ricondotti a sintesi in una precisa idea di sistema agricolo regionale». Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Mauro D’Acri.
«È opportuno e doveroso – aggiunge – sottolineare come oggi di tutto ci sia bisogno tranne che di dichiarazioni fumose, di posizioni espresse tanto per dire qualcosa, di rivendicazioni fini a se stesse ma slegate dalla verità dei fatti, di campagne di bandiera che sono utili ad avere visibilità ma distanti anni luce dalle effettive esigenze dei produttori agricoli. Per essere ulteriormente più chiari ci riferiamo nello specifico agli ultimi argomenti passati in rassegna sui giornali dal presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro. Sul sistema allevatoriale calabrese e sull’Ara la Regione e il dipartimento Agricoltura sono stati attentissimi, niente “presunto abbandono” anzi è in itinere la definizione delle vecchie pendenze ed al di là di quanto fosse lecito attendersi c’è stata una ulteriore scelta strategica e cioè quella di mettere a disposizione risorse per tre milioni di euro. E tanto per riferirsi ad una delle obiezioni “tecniche” sollevate bisogna precisare che il provvedimento approvato in consiglio regionale nella seduta del 1 agosto – citato nell’intervento dei giorni scorsi del Presidente Molinaro – riguarda il “riconoscimento di debiti fuori bilancio della Regione” relativi alla liquidazione di somme derivanti dall’applicazione di alcune sentenze esecutive e alla regolarizzazione di partite amministrative per l’acquisto di beni e servizi, realizzati in assenza di preventivo impegno di spesa, ma giustificate da atti amministrativi probanti.
Si tratta, quindi, di un atto dovuto relativo a debiti certi che nulla ha a che fare con la vicenda erroneamente sollevata dal Presidente Molinaro. Sulla proroga dei bandi del Psr – quella per la quale Coldiretti denuncia “possibili penalizzazioni” va sottolineato che ad oggi, per quanto attiene il pacchetto giovani e la misura 4.1, pur in presenza di una forte richiesta da parte del territorio, non è stata concessa alcuna proroga. A tal proposito bisogna, altresì, specificare che da un eventuale slittamento dei termini di presentazione delle istanze di finanziamento non deriverebbe alcun pregiudizio per le imprese e per i giovani. La domanda può essere tranquillamente inoltrata attivando la conseguente elegibilità della spesa. La digitalizzazione lungi dall’essere “complicata” ed al netto delle iniziali e comprensibili difficoltà è la più concreta manifestazione di una Regione che garantisce diritti e non elargisce favori. Bisogna, inoltre, sottolineare che, fino ad ora, i “progetti semplificati” non hanno prodotto lo sviluppo auspicato dal commissario europeo alle politiche regionali Cretu. Attraverso la scelta di prevedere strumenti di progettazione e di presentazione di proposte progettuali basate su un preciso piano d’impresa (business plan) si cerca di attenuare i rischi di finanziamento di progetti con una scarsa o nulla redditivita’ aumentando, quindi, la qualità della spesa. Non siamo, pertanto, in presenza di un “cattivo funzionamento” ma, al contrario, si tratta esattamente dell’opposto. Altro tema il ruolo di Calabria Verde e gli interventi nelle aree rurali ed in quelle colpite da fenomeni alluvionali, anche in questo caso siamo alle grida manzoniane in assenza di una complessiva valutazione; come Regione non solo abbiamo attivato ogni percorso economico ed istituzionale possibile ma abbiamo soprattutto scelto la via più giusta ed inevitabile e cioè indicare per Calabria Verde l’autorevole guida del generale Aloisio Mariggiò per renderla operativa e garantire il pieno rispetto della legalità.
Infine l’ormai nota questione dell’arricchimento delle uve che “pregiudicherebbe i produttori di qualità”; si tratta di una polemica fondata sul nulla e figlia di una posizione ideologica che nulla ha a che vedere con la realtà come hanno ben evidenziato i produttori del Consorzio di Tutela di Cirò e Melissa, a meno che non si voglia sostenere che a Cirò e Melissa non si faccia produzione di qualità.
Recentemente, insomma, abbiamo assistito ad una escalation di interventi da parte del presidente di Coldiretti Calabria, rimane solo da capire a chi giovino queste “sofisticazioni polemiche” spesso fondate su dati di fatto inesistenti; per quanto ci riguarda possiamo dire che il lavoro sin qui fatto sta producendo i risultati sperati, che eventuali errori – e i conseguenti aggiustamenti – sono inevitabili in Calabria come altrove, che tutte le organizzazioni agricole hanno uguale dignità e le loro proposte vanno valutate e portate a sintesi.
Chi pensa di avere sempre ragione commette il primo e più irreparabile errore; noi tutti abbiamo invece bisogno di confronti costruttivi e non di lezioncine utili ad una singolare forma di qualunquismo agricolo».