COSENZA. Lo scorso dicembre la legge europea a tutela dei Riders è stata bloccata dal voto sfavorevole di un blocco di paesi tra i quali la Francia, l’Italia e l’Ungheria di Orban. La direttiva, sostenuta dalla precedente Presidenza spagnola, sull’onda delle virtuose politiche della ministra del lavoro Yolanda Diaz, riconosceva finalmente tutele e diritti ai lavoratori sfruttati dalle piattaforme.
Ora c’è solo un mese di tempo, prima che il Parlamento europeo scada, per tentare un’intesa. La posizione italiana non è altro che un’ulteriore conferma dell’identità del Governo Meloni, incapace di tassare gli extra profitti e pronta invece ad ostacolare il percorso di tutela di lavoratori schiavizzati.
Un Governo che spaccia l’aumento della precarietà (sono ormai oltre tre milioni i contratti a termine in Italia) per aumento dell’occupazione, che nega il salario minimo, ma favorisce l’evasione fiscale e che è pronta, con la legge delega del ministro Zangrillo, a negare ai lavoratori non solo diritti e rappresentanza, ma anche potere di contrattazione.
Dopo la secessione dei ricchi tracciata dell’autonomia differenziata, continua la logica che guida questo Governo: favorire il dilagare delle
disuguaglianze territoriali, economiche e sociali del Paese, contro cui siamo determinati a una forte mobilitazione di cittadini e lavoratori.
Cgil Cosenza
Nidil Cgil Cosenza
Comunicato stampa