TREBISACCE Nell’ambito delle attività didattiche collegate alla terza “Settimana Civica”, il Polo Liceale “G. Galilei” di Trebisacce guidato dalla Dirigente Scolastica Elisabetta D’elia, d’intesa con il Consigliere Nazionale ANMI della Delegazione Calabria LGT Pasquale Colucci, ha promosso un incontro con la Capitaneria di Corigliano-Rossano e l’Associazione ANMI avente come finalità due obiettivi formativi ben precisi: far conoscere agli studenti del V Anno, e quindi in procinto di effettuare le proprie scelte di vita, tutte le attività istituzionali che svolge il Corpo delle Capitanerie di Porto e, rimanendo sempre nell’ambito del mare, portare gli studenti alla scoperta e alla valorizzazione del ricco e affascinante patrimonio sommerso nel mare Jonio.
Nel corso dell’incontro formativo svoltosi in un’aula polifunzionale gremita di studenti e docenti che è stato introdotto e coordinato dalla Prof.ssa Adelina Conte i relatori, il Guardiamarina Alessandra Mele in servizio presso la Capitaneria di Porto di Corigliano- Rossano, il Consigliere Nazionale ANMI della Delegazione Calabria LGT Pasquale Colucci e il già Sottocapo della Marina Militare Carmelo Varlaro hanno appassionato gli studenti sfogliando con loro pagine importanti della storia della Marina Italiana del passato e del presente.
Ha aperto i lavori l’Ufficiale CP Alessandra Mele che ha illustrato tutte le attività svolte sul mare dal Corpo delle Capitanerie di Porto che, come ha ben evidenziato Alessandra Mele, ha come attività primaria quella di salvare vite umane in mare attraverso attività di prevenzione, di ricerca e di soccorso, ma svolge anche numerosi e importanti compiti istituzionali sempre legati al mare tra cui, attività di polizia giudiziaria, di controllo della sicurezza nella navigazione, di tutela e balneabilità del mare, di controllo del demanio marittimo e delle concessioni balneari, di controllo della pesca e tracciabilità del pescato…
Su richiesta degli studenti l’Ufficiale CP ha inoltre spiegato che sono numerose le vie di accesso ad una professione così prestigiosa ma impegnativa che, proprio per questo, richiede forte motivazione e disponibilità all’impegno e al sacrificio. Per sfogliare la pagina di storia relativa al nave “Geniere”, ha quindi preso la parola il Consigliere Nazionali ANMI Pasquale Colucci, autentica anima dell’iniziativa didattica, il quale ha ricordato che sul fondo dei mari calabresi ci sono adagiate decine di navi che nel corso della II Guerra Mondiale transitavano
nel tratto di mare considerato una rotta strategica e che sono state affondate dai sommergibili della Royal Navy inglese che pattugliava le acque di questo angolo di Mediterraneo e che oggi, oltre al valore di storico, costituiscono un prezioso patrimonio ambientale sommerso. “Tra queste, – ha osservato il Consigliere Nazionale ANMI Colucci – la gloriosa nave Cacciatorpediniere “Geniere” che, dopo aver preso parte a numerose operazioni belliche di successo, è andata incontro a un fine- vita sfortunato ed è stata infatti bombardata mentre era all’ancora nel Porto di Palermo”.
Qui, secondo quanto ha raccontato il Cav. Pasquale Colucci, è rimasta, adagiata su un fianco, per circa un anno fino a quando è stata rimorchiata con destinazione i Cantieri Navali di Taranto dove non è mai arrivata perché, mentre transitava nel suddetto tratto di mare, le paratie posticce hanno ceduto ed è affondata al largo di Capo Spulico.
“Ed è ancora lì, – ha ricordato con mestizia il Consigliere Nazionale ANMI Pasquale Colucci – coperta da vegetazione, da spugne e da coralli, per raccontare a tutti noi un passato difficile da dimenticare”. Ha quindi preso la parola l’ex Sottocapo della Marina Militare Carmelo Varlaro di Montegiordano il quale, con il supporto di foto di repertorio e di esperienze personali ha completato il racconto del relitto del Cacciatorpediniere “Geniere” che all’epoca, secondo il suo racconto, risultava ben attrezzato di armamenti e tecnologie avanzate che non gli hanno comunque impedito di sopravvivere ai danni provocati dal bombardamento e al logorio provocato dal lungo stress-test della II Guerra Mondiale durata oltre 3 anni.
“Per passione e per mia precisa curiosità, – ha concluso con un po’ di emozione Carmelo Varlaro convinto che comunque quel relitto continua ad esercitare un ruolo importante nell’eco-sistema marino – sono stato più volte in immersione sul relitto del “Geniere” e ne ho scandagliato con curiosità e con emozione tutti gli ambienti e tutti gli angoli, al punto che posso dire di aver vissuto da imbarcato su quella nave gloriosa ma sfortunata che, in specie agli uomini di mare, racconta la storia della sua anima perché – ha concluso Carmelo Varlaro – ho sempre avuto la sensazione che ogni nave della Marina Militare Italiana abbia una sua anima”.
Pino La Rocca