La recente sentenza del Consiglio di Stato ha acceso i riflettori sul delicato tema delle concessioni balneari, confermando la scadenza fissata al 31 dicembre 2023 e annullando deroghe che estendevano questo termine fino al 31 dicembre 2024. Questo verdetto ha aperto le porte a una competizione più equa nel settore, ponendo fine a privilegi e aprendo la strada alla giusta concorrenzialità, fermo restando un giusto atto risarcitorio per chi ha investito di tasca propria per una stagione turistica sempre di più breve durata . Tuttavia, dietro il velo della nobiltà di questa intenzione, emerge la realtà che potrebbe favorire coloro che dispongono di capitali.
Immaginiamo un processo di assegnazione delle concessioni che favorisca la formazione di cooperative o società in cui giovani e meno giovani disoccupati possano trovare opportunità di lavoro e di sviluppo economico. Questo consentirebbe non solo di sfruttare appieno il potenziale della costa come risorsa economica, ma anche di creare un impatto sociale positivo, riducendo la disoccupazione e stimolando la crescita delle comunità locali.
Troppo spesso abbiamo assistito a concessioni limitate alla mera posa degli ombrelloni, senza alcun reale valore aggiunto per la comunità circostante. Dobbiamo aspirare a molto di più. Dobbiamo guardare oltre il profitto immediato e puntare a progetti che promuovano lo sviluppo sostenibile e inclusivo.
In questo contesto, l’iniziativa del Ministro Nello Musumeci riguardante i 38 chilometri di costa di Corigliano-Rossano assume un’importanza fondamentale. Se accompagnata da finanziamenti mirati e da politiche di sostegno, potrebbe diventare un modello da seguire non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.
La costa rappresenta una risorsa preziosa, non solo in termini economici ma anche in termini di patrimonio naturale e sociale. È nostro dovere sfruttare questa risorsa in modo responsabile, garantendo che i benefici raggiungano non solo pochi privilegiati, ma l’intera comunità.
La sfida per un futuro equo sulle concessioni balneari non riguarda solo la competitività economica, ma anche la costruzione di un tessuto sociale più solidale e inclusivo. Dobbiamo abbracciare questa opportunità con determinazione e visione a lungo termine, lavorando insieme per creare un futuro migliore per tutti.
Matteo Lauria – Direttore I&C