La crescente frequenza di suicidi e tentativi di suicidio, soprattutto tra i giovani, richiama l’attenzione su una problematica sociale profonda e dolorosa che non può essere ignorata. È necessario che ci interroghiamo su queste tragedie umane che segnano il nostro territorio, perché non possiamo più permetterci l’indifferenza. Ogni caso rappresenta una storia, un dolore, e un segnale di allarme che non può essere ignorato.
Abbiamo il dovere civile e morale di monitorare e indagare su questa realtà. Dobbiamo chiederci cosa sta spingendo così tante persone, giovani inclusi, a vedere il suicidio come l’unica via d’uscita. Questo senso di responsabilità collettiva deve guidare le nostre azioni e le nostre politiche.
Le istituzioni a tutti i livelli devono assumersi la responsabilità di affrontare questo fenomeno in crescita. È necessario un approccio multi-livello che coinvolga la prevenzione, la sensibilizzazione, l’accesso ai servizi di salute mentale e il sostegno alle persone a rischio. Le scuole, i servizi sociali, i centri di salute mentale e altre istituzioni devono collaborare per individuare precocemente i segnali di sofferenza e offrire il supporto necessario.
Inoltre, dobbiamo sfatare anche il tabù che circonda il tema della salute mentale e del suicidio. È importante promuovere una cultura aperta in cui le persone si sentano libere di chiedere aiuto senza sentirsi giudicate o emarginate.
L’appello è chiaro: dobbiamo agire, non possiamo più permetterci di restare indifferenti di fronte a questa emergenza sociale. È tempo di unire le forze, di lavorare insieme per proteggere la vita e la dignità di ogni individuo nella nostra comunità.
Matteo Lauria – Direttore I&C
Una risposta
Caro Matteo nn è difficile capire il fuoco che brucia dentro i nostri giovani. È lo stesso che brucia le speranze migliori nella ns società. E come hai scritto in un editoriale bisogna dare spazio al meglio che c’è dentro noi stessi. Questa è la strada per aiutare la gioventù a ritrovare sé stessa. E non è affare solo x giovani emarginati. È affare di tutti. Fabio Menin